Ripreso il confronto Governo-Sindacati sulla riforma delle pensioni

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Dopo il nuovo kick off con il Presidente del Consiglio è ripreso il confronto tra Governo e Sindacati sulla riforma delle pensioni con uno specifico incontro. I temi sono rappresentati dalla flessibilità in uscita, dall’ ampliamento della platea relativa all’Ape sociale, da un restilyng delle misure fiscali previste per il welfare aziendale, dalla pensione contributiva per i giovani.

Si guarda poi ad uno strumento unico per gli esodi incentivati, le uscite dei lavoratori dalle aziende in anticipo rispetto al raggiungimento dei requisiti per la pensione. Lo strumento secondo cui lo strumento potrebbe essere costruito sul modello del contratto di espansione, ma della durata massima di sette anni, con sostegno pubblico esteso alle Pmi e nuove assunzioni incentivate.
Altro tema è poi quello della separazione tra previdenza e assistenza ricordando come è stato costituito a marzo presso il Ministero del Lavoro uno specifico Osservatorio per il monitoraggio della spesa pensionistica. Dal rilancio della previdenza complementare sia con specifiche campagne di educazione previdenziale che con il silenzio assenso e altre misure di automatic enrollment.

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Va ricordato come, attingendo alla recente Relazione annuale della Covip, a fine 2022, il totale degli iscritti alla previdenza complementare è di 9,2 milioni, in crescita del 5,4% rispetto all’anno precedente, per un tasso di copertura del 36,2% sul totale delle forze di lavoro. I fondi negoziali contano 3,7 milioni di iscritti, quasi 1,8 milioni sono gli iscritti ai fondi aperti e 3,5 milioni ai PIP “nuovi”; circa 650.000 sono gli iscritti ai fondi preesistenti. Gli uomini sono il 61,8% degli iscritti alla previdenza complementare (il 73% nei fondi negoziali), nel solco di quel gender gap che si è già manifestato negli anni scorsi. Si conferma anche un gap generazionale: la distribuzione per età vede la prevalenza delle classi intermedie e più prossime all’età di pensionamento: il 48,9% degli iscritti ha età compresa tra 35 e 54 anni, il 32,3% ha almeno 55 anni e solo il 18,8% è sotto i 35 anni. La situazione è sostanzialmente non dissimile da quella rilevata cinque anni fa. Quanto all’area geografica, la maggior parte degli iscritti risiede nelle regioni del Nord (57,1%).