La trappola della povertà passa di padre in figlio. L’analisi dell’osservatorio “Riparte l’Italia”

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La trappola della povertà — 

L’osservatorio economico e sociale Riparte l’Italia è un’organizzazione culturale nata nel 2020 con lo scopo di raccogliere in forma digitale le migliori istanze della società civile e così selezionare idee e soluzioni al fine di favorire una concreta ed efficiente ripresa del Paese a seguito dell’emergenza sanitaria e della crisi energetica. L’obiettivo è realizzare nel concreto un Big Data sulla Ripartenza.

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La “trappola della povertà”

Secondo quanto emerge dal Rapporto annuale dell’Istat, in Italia la “trappola della povertà” è più intensa che nella maggior parte dei Paesi dell’Unione europea e sta aumentando più che altrove, a confronto con il 2011.

Quasi un terzo degli adulti (tra 25 e 49 anni) a rischio di povertà proviene da genitori che, quando erano ragazzi di 14 anni, versavano in una cattiva condizione finanziaria. Gli ultimi dati disponibili, relativi al 2019, indicano in Italia il valore più alto tra i principali Paesi europei e nel complesso dell’Ue inferiore solo a quello di Bulgaria e Romania.

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Nel rapporto si legge che «le diseguaglianze strutturali continuano a rappresentare un elemento determinante e discriminante nelle opportunità che definiscono il destino sociale delle persone. La forza del legame tra condizioni di vita dei giovani e degli adulti e quelli della famiglia di origine è un problema non solo individuale, ma soprattutto collettivo, visto che in Italia 1,4 milioni di minori crescono in contesti di povertà assoluta».

Il rapporto cita uno studio dell’Ocse secondo il quale «già a 5 anni provenire da contesti familiari con uno status socio-economico più alto si traduce in un vantaggio di 12 mesi nei livelli di alfabetizzazione emergente, intesa come le capacità di lettura e scrittura che un bambino acquisisce nell’età pre-scolare tra i 2 e i 5 anni» e l’alfabetizzazione emergente è un forte predittore dei risultati scolastici.

Secondo l’Istat, «è necessario garantire a tutti bambini fin dalla nascita livelli di benessere che consentano un adeguato livello di sviluppo fisico, cognitivo, emotivo e relazionale» incidendo sui contesti di vita dei bambini e sulle loro opportunità educative, formative, culturali e di socializzazione. È sottolineato come “determinante” che queste opportunità siano caratterizzate da equità di accesso, riducendo, per quanto possibile, l’influenza dei contesti di appartenenza per poter sottrarre i minori dal “circolo vizioso della povertà”.