Nuveen: gli utili possono continuare a diminuire senza che i mercati collassino?

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Mercati azionari come razzi. Pochi investitori, colpiti dalle performance negative di tutte le asset class nel 2022, avrebbero potuto prevedere quanto le azioni globali sarebbero cresciute nella prima metà del 2023. Gli indici dei mercati azionari ampi, sia statunitensi che non, hanno registrato, da inizio anno fino a giugno, guadagni che vanno da valori medi a una cifra fino a oltre il 30%. Sebbene i maggiori vincitori individuali siano stati soprattutto nei settori tecnologici e in altri settori orientati alla crescita, dato il grande interesse per i trend dell’intelligenza artificiale, il rally si è gradualmente allargato. Ciò è avvenuto in particolare negli Stati Uniti, dove 7 settori su 11 dell’indice S&P 500 hanno registrato rendimenti positivi nel primo semestre.

A sostenere questa performance è stata una combinazione di inflazione moderata, politica monetaria statunitense meno aggressiva, segnali di ripresa economica e risultati societari meno negativi del previsto.

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Uno sguardo agli USA. Sebbene la crescita degli utili del primo trimestre delle società dello S&P 500 sia stata complessivamente negativa (-2,2%), ha comunque superato le previsioni del consenso. Gli utili del secondo trimestre per l’indice nel suo complesso sembrano anch’essi destinati a diminuire (-7,2%, secondo le stime di FactSet). Ciò estenderebbe la recessione degli utili a tre trimestri consecutivi e segnerebbe il maggior calo degli utili dal secondo trimestre del 2020 (-31,6%). La disparità tra i settori continua a essere un tema noto sin dai lockdown dovuti al Covid di tre anni fa, con le proiezioni di crescita degli utili più alte per il settore dei beni di consumo discrezionali (+27,0%) e più basse per l’energia (-48,4%) a causa del crollo dei prezzi del petrolio.

Considerazioni sul portafoglio

Stime sugli utili più basse, ma attenzione a far crescere troppo l’ottimismo. Con gli analisti che hanno tagliato le stime sugli utili del 2° trimestre nelle ultime settimane, per le società potrebbe essere ancora una volta più facile ottenere risultati superiori alle attese. Siamo cauti riguardo all’ottimismo alimentato da queste aspettative ridotte, e cerchiamo di bilanciare le allocazioni azionarie tra le aree del mercato in cui vogliamo aggiungere beta e altre che riteniamo possano fornire protezione dal ribasso. Inoltre, siamo consapevoli dei dati economici statunitensi contrastanti e della possibilità che quest’anno si verifichino altri due rialzi dei tassi.

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Per quanto riguarda il beta, privilegiamo le azioni dei mercati emergenti (EM) e i fondi d’investimento immobiliare quotati negli Stati Uniti (REIT).

Tra gli EM, consideriamo interessanti il Brasile e il Messico. Entrambi i Paesi registrano attualmente tassi di interesse nominali e reali elevati, con un’inflazione in decelerazione. La Banca centrale del Brasile ha recentemente lasciato intendere che potrebbe tagliare i tassi già ad agosto, un possibile catalizzatore di ulteriori guadagni per le azioni brasiliane.

I REIT pubblici statunitensi sono scambiati con uno sconto relativamente ampio rispetto al valore patrimoniale netto: -16% su base paritetica e -6% su base ponderata per il mercato, rispetto a medie di lungo periodo rispettivamente di -1% e 6% (fonte: Green Street, 30 giugno 2023). Inoltre, la crescita degli utili dei REIT è meno ciclica rispetto a quella del mercato azionario più ampio, grazie a contratti di locazione a lungo termine con indicizzazione fissa o legata all’indice CPI. Infine, i solidi fondamentali sosterranno i dividendi in futuro. Secondo Green Street, il rapporto di copertura dei dividendi dei REIT, che misura la capacità di un REIT di pagare dividendi simili o più elevati in futuro, è pari al 150%, rispetto al 120% circa del periodo pre-pandemia.

Per la gestione del ribasso in un portafoglio, continuiamo a privilegiare i titoli azionari con crescita dei dividendi. Queste società offrono rendimenti relativi interessanti, tendono a essere di qualità superiore e hanno anche la capacità di reinvestire la liquidità nelle loro attività. Secondo S&P, più di 180 società dello S&P 500 hanno dichiarato un aumento dei dividendi nel 2023. Una forte attività di distribuzione dei dividendi in presenza di pressioni sui costi può segnalare la fiducia di una società nelle proprie prospettive aziendali.