Un nuovo regime per i mercati obbligazionari: i tre temi da considerare

Scott Solomon e Quentin Fitzsimmons, co‑gestori del fondo T. Rowe Price Funds SICAV - Dynamic Global Bond, T. Rowe Price -

Il periodo di inasprimento aggressivo della politica monetaria si sta avvicinando al traguardo, con l’inizio di un nuovo regime nei mercati obbligazionari. Queste transizioni possono spesso essere difficili per gli investitori, pertanto abbiamo identificato tre temi chiave da considerare.

1) È improbabile che il passaggio verso una pausa dal ciclo di rialzi avvenga senza problemi

Le strategie difensive sui tassi d’interesse hanno funzionato bene per più di un anno, ma la necessità di continuare con questo approccio sta man mano venendo meno. Le banche centrali si avvicinano alla fine del loro ciclo di rialzi, che nella maggior parte dei casi dovrebbe concludersi nella seconda metà di quest’anno. Allo stesso tempo, l’inflazione si sta attenuando, anche se lentamente, e la crescita mostra segni di indebolimento, in particolare nel settore manifatturiero. In questo contesto, siamo diventati più favorevoli alla duration, ma riteniamo che questa posizione debba essere tenuta costantemente sotto controllo. Ci aspettiamo una maggiore volatilità sui mercati obbligazionari prima che le banche centrali mettano in pausa i rialzi dei tassi, soprattutto perché il mercato continua a passare dalle preoccupazioni per un’inflazione vischiosa a quelle per una recessione. L’incertezza rimane alta e basta un solo dato o una sorpresa da parte di una banca centrale per cambiare il sentiment del mercato riguardo al prezzo dei rialzi dei tassi o al momento in cui potrebbero iniziare i tagli.

Riteniamo che la gestione attiva della duration sarà fondamentale per affrontare questa transizione. Un approccio attivo facilita le risposte tattiche ai diversi climi di mercato e ai cambiamenti di regime, fornendo al contempo la flessibilità necessaria per trarre vantaggio dalle anomalie dei prezzi e dalle dislocazioni che potrebbero verificarsi in un ambiente volatile.

Può anche essere utile considerare il posizionamento della curva. È importante anche sfruttare l’ampio universo d’investimento. Le banche centrali si stanno avvicinando alla fine del ciclo a velocità diverse: i mercati emergenti sono i più avanti e i rendimenti obbligazionari stanno iniziando a scendere, soprattutto in America Latina. Nei mercati sviluppati, c’è una notevole disparità tra i vari Paesi.

2) Prepararsi a tassi di interesse strutturalmente più elevati e a una potenziale volatilità del rischio

In tutto il mondo, la spesa pubblica è aumentata notevolmente negli ultimi anni a causa della pandemia e di vari programmi per aiutare i cittadini a far fronte all’aumento del costo della vita. I livelli di indebitamento rispetto al prodotto interno lordo (Pil) sono aumentati e sarà necessaria una maggiore emissione di debito pubblico per contribuire a finanziare i maggiori deficit.

Tuttavia, ciò avviene in un momento in cui le banche centrali non sostengono più i mercati con il quantitative easing, il che significa che non assorbiranno l’aumento dell’offerta come hanno fatto in precedenza. La domanda dovrà essere soddisfatta interamente dal settore privato, il che potrebbe ancorare i tassi a livelli più elevati rispetto ai cicli passati. È importante notare che questa situazione si verifica a livello di singoli Paesi, alcuni dei quali sono più colpiti di altri.

Negli Stati Uniti l’emissione di debito deve aumentare. L’accordo raggiunto al Senato americano per sospendere il tetto del debito fino a dopo le elezioni presidenziali del 2024 significa che il Tesoro deve alimentare il Conto generale del Tesoro. Di conseguenza, nel secondo e terzo trimestre di quest’anno si prevede un’emissione netta di buoni del Tesoro superiore a 1.030 miliardi di dollari, che a nostro avviso drenerà liquidità dai mercati finanziari e accenderà la volatilità nei mercati del rischio, come quello del credito e delle azioni. Questo scenario si aggiunge alla nostra visione già cauta sulle prospettive dei mercati del rischio, dove riteniamo che i fondamentali delle imprese possano potenzialmente deteriorarsi a causa del rallentamento della crescita e dell’aumento dei costi del servizio del debito.

Un approccio attivo alla selezione dei Paesi è importante in questo contesto, così come il posizionamento della curva, soprattutto perché i Paesi che hanno bisogno di raccogliere più debito possono puntare a scadenze diverse. Ad esempio, gli Stati Uniti stanno vendendo scadenze più brevi, un fattore importante da considerare quando si guarda a questa parte della curva dei Treasury. Nel Regno Unito, invece, la parte lunga sarà probabilmente più influenzata da una maggiore emissione di Gilt. Date le preoccupazioni relative al contesto di rischio, potrebbe essere giustificato anche un approccio difensivo, in quanto le strategie di copertura possono aiutare a gestire la volatilità.

3) Potenziale di correlazione azioni/obbligazioni sul rendimento

Un punto di pressione fondamentale per gli investitori lo scorso anno è stato il fatto che i rendimenti obbligazionari sono aumentati mentre i mercati azionari erano in sell-off. Ciò è in contrasto con la tradizionale tendenza del fixed income a essere un’asset class diversificante che dovrebbe ottenere buoni risultati in caso di ribasso dei mercati azionari. L’inflazione unitamente all’elevato numero di rialzi mirati a contenere l’inflazione sono stati i principali fattori che hanno determinato questa correlazione positiva. Tuttavia, con l’inflazione in calo, anche se da una base elevata, e con la fine della stretta delle banche centrali, riteniamo che la correlazione negativa tra azioni e obbligazioni tornerà a farsi sentire. Tuttavia, è improbabile che sia stabile come nell’era post-crisi finanziaria, dato che le banche centrali non sostengono più i mercati con politiche monetarie accomodanti.

Riteniamo che sia importante sapersi adattare al contesto di rischio e non dare per scontato che la correlazione azioni/obbligazioni funzioni sempre. In alcuni casi, può essere necessario utilizzare i mercati valutari e dei derivati invece della duration per contribuire a bilanciare e mitigare il rischio.

In definitiva, i prossimi mesi si preannunciano ricchi di volatilità sui mercati obbligazionari, in quanto ci avviciniamo ai punti di svolta dei cicli dei tassi d’interesse in tutto il mondo. Sebbene ciò possa rappresentare una sfida, riteniamo che le condizioni creeranno grandi opportunità per la gestione attiva dei portafogli fixed income.