Cresce il patrimonio degli investitori che operano nel welfare

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Itinerari previdenziali ha pubblicato il Decimo Report annuale sugli investitori istituzionali che fornisce una panoramica approfondita del mercato istituzionale italiano e dei trend che lo attraversano, con particolare riferimento a Casse di Previdenza, fondi pensione negoziali e preesistenti, Fondazioni di origine Bancaria, Compagnie di Assicurazione e forme di assistenza sanitaria integrativa. Quali sono le principali evidenze?

Nonostante le crisi economiche e finanziarie intervenute in questi ultimi 15 anni, dal crollo dei mutui subprime del 2008 passando per la pandemia da COVID-19 del 2020 al conflitto Russia-Ucraina scoppiato a inizio 2022, il patrimonio degli investitori istituzionali che operano nel welfare contrattuale (Fondi Pensione Negoziali, Preesistenti e Fondi Sanitari Integrativi), delle Casse privatizzate dei liberi professionisti e delle Fondazioni di origine Bancaria, è aumentato dai 142,85 miliardi di euro del 2007 ai 278,75 del 2022, con un incremento del 95%. Nello stesso periodo temporale di riferimento si è assistito, da un lato, a un aumento del patrimonio e, dall’altro, a una progressiva riduzione del numero di operatori, soprattutto di piccole dimensioni che si sono fusi in soggetti più grandi e organizzati. Il caso maggiormente rappresentativo di questo fenomeno è quello dei Fondi Preesistenti appartenenti ai grandi gruppi bancari e dei Fondi Pensione Negoziali dei settori trasporti e cooperazione. Fanno eccezione i Fondi Sanitari che sono leggermente aumentati come numero, iscritti e patrimonio nonostante manchi ancora una legge che li regolamenti e un sistema di vigilanza appropriato. Rapportato al PIL, il patrimonio di questi investitori istituzionali, è pari al 14,6%; considerando anche il patrimonio del welfare privato (Compagnie di Assicurazione del settore vita, rami 1, 4 e 6, prevalentemente di natura previdenziale, Fondi Aperti e PIP), tale rapporto aumenta al 51%.

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Dal punto di vista numerico sono 330 gli investitori istituzionali operativi a fine 2022, nella forma giuridica delle Associazioni e Fondazioni in dettaglio, si tratta di 86 Fondazioni di origine Bancaria, 20 Casse Professionali Privatizzate3 , 33 Fondi Negoziali, 191 Fondi Preesistenti (erano 361 nel 2012); negli ultimi dieci anni il sistema, soprattutto per i Fondi Pensione Preesistenti (-170 fondi), si è razionalizzato e ridotto di 178 unità. A questi investitori si aggiungono le Casse e i Fondi di Assistenza Sanitaria Integrativa, che sulla base delle ultime stime (i più recenti dati ufficiali del Ministero della Salute risalgono al 2019) sono 321. Nel settore privato, oltre alle Compagnie di Assicurazione, sono operativi 40 Fondi Pensione Aperti e 68 PIP “nuovi” per un totale di 108 unità, quattro in meno rispetto ai 112 del 2021 e in netta riduzione rispetto ai 135 del 2012; dei 68 PIP, 36 sono chiusi al collocamento.

Per quel che riguarda i rendimenti nel 2022 l’andamento dei mercati finanziari è stato fortemente condizionato dalle tensioni geopolitiche dovute allo scoppio della guerra in Ucraina, che hanno causato un forte rincaro dei prezzi dei prodotti energetici con conseguente aumento generalizzato che ha portato l’inflazione ai massimi livelli dagli anni Ottanta. Le tendenze osservate sui mercati si sono riflesse sui risultati ottenuti dagli investitori istituzionali, che, ad eccezione delle Fondazioni di origine Bancaria e delle gestioni separate, hanno registrato in media rendimenti negativi: i PIP – Unit Linked e i Fondi Aperti hanno segnato performance rispettivamente pari a -11,5% e -10,7%, seguiti dai Fondi Negoziali con il -9,8% e dai fondi preesistenti con il -4,4%; restano in campo positivo i PIP – Gestioni separate (+1,2%) e le Fondazioni di origine Bancaria che con il 3,5% registrano il miglior risultato tra tutti gli investitori.

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Le Fondazioni di origine Bancaria si confermano il maggiore investitore istituzionale per risorse destinate all’economia reale del Paese con il 43,99% dell’attivo, di cui il 28,4% relativo all’esposizione nella banca conferitaria, in Cassa Depositi e Prestiti e Fondazione Con il Sud; le Casse privatizzate dei liberi professionisti si posizionano al secondo posto, con investimenti pari al 18,5% del totale attivo. Seguono a distanza i fondi pensione preesistenti e Negoziali con percentuali investite in economia reale rispettivamente pari al 5,17% e al 2,8%.