La Française AM – Allocazione e previsioni per i prossimi mesi del 2023

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Da diversi mesi raccomandiamo una posizione da neutrale a difensiva nei nostri investimenti azionari, compensata da un po’ più di rischio di credito nella nostra allocazione obbligazionaria. In ultima analisi, se analizziamo la performance degli ultimi due mesi estivi, questa strategia non si dovrebbe rilevare così sfavorevole. È vero che gli indici azionari sono saliti nel periodo estivo, ma solo in misura molto limitata e principalmente sui mercati statunitensi, trainati dagli stessi 10 titoli di punta della “new economy”, mentre i mercati obbligazionari hanno mantenuto la stessa elevata volatilità, che ha penalizzato la parte sovrana e non ha avuto alcun impatto sulla parte creditizia, che ha comunque registrato performance positive. Inoltre, a differenza del 2022, il vertice di Jackson Hole di quest’anno non ha visto dichiarazioni eclatanti da parte dei nostri banchieri centrali, tali da modificare le aspettative monetarie formulate in precedenza.

Anche sul fronte macroeconomico non ci sono novità da segnalare. Come previsto, l’eurozona è scivolata in recessione, ma è ben lontana dall’ “hard landing” di cui si parlava lo scorso gennaio. L’economia statunitense resiste, sostenuta da una spesa per consumi che rimane molto solida, favorita da un’inflazione salariale positiva. Solo la Cina si sta dimostrando sorprendente, con prospettive piuttosto sconfortanti e un forte aumento delle preoccupazioni per il settore immobiliare, nonostante i successivi annunci delle autorità per cercare di invertire la tendenza, che i mercati ritengono insufficienti.

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Alla luce di queste considerazioni non riteniamo ci siano ragioni per modificare significativamente la nostra allocazione nell’ultimo trimestre.

Rimaniamo moderatamente difensivi sulle azioni, con una preferenza per il mercato statunitense. Mercato dove siamo più disposti a sovrappesare nonostante i premi per il rischio non attraenti (le tensioni bancarie si sono dissipate, il settore immobiliare sta resistendo e il posizionamento degli investitori si è normalizzato).

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Per quanto riguarda le obbligazioni, la nostra preferenza rimane il credito ad alto rating, senza alcuna reale preoccupazione per la parte a breve termine con rating meno elevato.

Infine, dopo molti anni di carenza, gli investimenti nel mercato monetario rappresentano oggi un’alternativa interessante, in particolare per le allocazioni più difensive. Con rendimenti annualizzati ormai superiori al 3,0% (indice Ester al 31/08/2023, fonte Bloomberg), la classe d’investimento del mercato monetario rappresenta una vera opportunità, soprattutto se l’inflazione continuerà a scendere. Ciò dipenderà ovviamente dall’andamento futuro dei prezzi dell’energia, che potrebbero diventare sorprendentemente alti con l’arrivo dell’inverno. Ma se le notizie sull’inflazione sono deludenti, l’impatto sugli investimenti obbligazionari è ancora peggiore. Gli strumenti monetari, invece, restano un’alternativa preferibile.