Comgest: non tutta la crescita è uguale
“Come diciamo spesso, non facciamo previsioni macroeconomiche ma monitoriamo naturalmente gli sviluppi dei mercati finanziari globali e siamo consapevoli delle attuali circostanze macroeconomiche e geopolitiche e ci prepariamo per affrontare i possibili scenari”. Ha dichiarato Gabriella Berglund, Branch Manager di Comgest Italia aprendo la presentazione di Comgest sui mercati azionari Quality Growth europei e statunitensi, aggiungendo, “Le nostre aziende sono relativamente poco sensibili ai tassi d’interesse, hanno bilanci solidi e, se hanno debito, questo è in genere a tasso fisso. Una pausa nei rialzi dei tassi dovrebbe comunque essere interpretata come un segnale di fiducia nel raggiungimento dell’obiettivo di inflazione, il che è complessivamente positivo per il sentiment del mercato e per i multipli di borsa.”
USA: intelligenza artificiale e innovazione tecnologica driver di crescita di qualità
Francesco Manfredini, Analista del fondo Comgest Growth America di Comgest
Gli Stati Uniti rappresentano un’opportunità di crescita unica e rara. La cultura imprenditoriale americana è nota a tutti e, così pure, la loro spinta inesausta all’innovazione. Gli Stati Uniti continuano a offrire opportunità di crescita di grande qualità. Per dare un’idea, negli ultimi 15 anni l’aumento degli utili per azione a 12 mesi negli Stati Uniti (S&P500) è stato mediamente dell’1,6% superiore a quello dell’Europa (STOXX 600)
Gli eventi degli ultimi tre anni hanno ridisegnato il modo di operare delle aziende e hanno evidenziato l’urgenza sempre più pressante di un’ottimizzazione. Con l’aumento generalizzato dei costi in ogni settore dell’economia, le imprese si trovano sempre di più nella necessità di snellire i loro processi interni, ragion per cui il bisogno di servizi in grado di migliorare la produttività aziendale è sempre più sentito. Secondo noi, si tratta di un momento chiave per il mercato statunitense. In questo senso, continuiamo ad investire in società che ritentiamo pronte a rispondere a queste sfide.
Pensiamo che le migliori opportunità possono essere rappresentate dalle società che offrono prodotti e servizi capaci di aumentare in modo significativo la produttività ed essere funzionali ai loro clienti nell’affrontare, per esempio, fasi come quella attuale, caratterizzate da inflazione e rischi di rallentamento economico o di recessione.
Oltre il 50% del nostro portafoglio è costituito da aziende in grado di migliorare la produttività e di ridurre i costi per i loro clienti. Si può trattare di ottimizzazione della logistica, dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nei software per la contabilità o per il pagamento delle imposte o, ancora, di semiconduttori ad alta efficienza energetica. Per citare alcuni esempi: Avery Dennison, con i suoi chip RFiD, consente alle aziende logistiche e ai rivenditori di ridurre i costi e di gestire meglio le scorte; Amazon o Alphabet offrono servizi di cloud computing di ottima qualità e a costi ridotti; JB Hunt fornisce servizi intermodali (treno+camion) che sono più economici – e più rispettosi dell’ambiente – rispetto all’uso dei soli camion…
Una recente aggiunta al portafoglio è GXO Logistics, azienda specializzata nella gestione di magazzini per clienti industriali e retail che non hanno le risorse per costruire internamente queste competenze. Di recente l’azienda ha vinto contratti significativi nel settore dell’e-commerce sia in Europa che negli Stati Uniti.
L’IA sta trasformando il modello di business di molti settori e aziende. Molte delle nostre partecipazioni utilizzano da tempo l’IA per consolidare la propria leadership di mercato. Intuit ha integrato l’IA nei suoi software per guidare gli utenti nella compilazione delle tasse. Visa è all’avanguardia nell’individuare le frodi analizzando le abitudini degli utilizzatori. Microsoft e Google sono i principali sviluppatori dei migliori modelli di IA generativa.
Europa: Large Cap di qualità per una crescita difensiva
Alistair Wittet, Analista e Gestore del fondo Comgest Growth Europe di Comgest
Dopo il rialzo della prima parte dell’anno, all’inizio di agosto l’indice MSCI Europe ha iniziato ad arretrare. L’inflazione di fondo si sta allentando, ma non così velocemente come qualcuno aveva sperato, tanto che la Banca centrale europea (BCE) si è vista costretta a proseguire il rialzo dei tassi. Il tasso sui depositi della Bce è stato aumentato sei volte quest’anno, fino all’attuale 4%, e la Presidente Lagarde si augura che non siano necessari ulteriori rialzi. Intanto, la crescita rallenta e la BCE ora prevede un incremento del PIL nell’Eurozona di solo lo 0,7% quest’anno e di poco superiore l’anno prossimo. Anche la Cina sembra in fase di rallentamento, come testimoniato negli ultimi mesi da molte società legate ai consumi. Le previsioni sull’inflazione e sui tassi d’interesse continuano a dominare i mercati, mentre le stime di crescita sono di nuovo oggetto di una revisione al ribasso.
In questo contesto ci focalizziamo sul modello di business dell’azienda, sul grado di sostenibilità, sulla qualità del management e sui bilanci. Investiamo in aziende capaci di crescere in modo stabile e in grado di raggiungere una posizione di leadership nel loro ambito di attività, perché ciò consente loro di avere pricing power e di affrontare i momenti di mercato più complessi.
Per esempio, per due volte Novo Nordisk ha rivisto al rialzo le previsioni dell’anno in corso e ha inoltre annunciato risultati incoraggianti dello studio SELECT sui benefici cardiovascolari di Wegovy, il suo farmaco contro l’obesità. Questo dato è importante perché aumenta le possibilità di accesso al mercato in un momento in cui i budget sanitari sono sotto pressione.
Nell’area dei beni di consumo, L’Oréal è un’azienda che opera in un mercato finale in crescita strutturale da molto tempo. Dal 2001 il mercato “beauty” è cresciuto con una media annua del 3,7%, mentre le quote di mercato dell’azienda sono passate, nello stesso lasso di tempo, dal 10% al 15%, con un tasso di crescita media annuo del 6,4%. Il gruppo L’Oréal è cresciuto grazie all’espansione organica dei propri marchi, che ha saputo far crescere, e alla propria coerenza nella gestione, che ha permesso di mettere in atto una strategia altrettanto coerente. Nel corso della sua storia, iniziata nel 1909, il gruppo ha avuto solamente 6 amministratori delegati, l’ultimo dei quali ha assunto la carica nel 2021.
Quando è stata fondata, nel 1897, Lonza era un’azienda che si occupava di generare energia idroelettrica grazie all’omonimo fiume. Nel 1973 si è poi fusa con Alusuisse, operante nel settore dell’alluminio, da cui si è poi separata nel 1999. Nel 2001 l’azienda è passata sotto la guida di Sergio Marchionne che l’ha orientata verso il settore biotech, con una transizione completata nel 2021 con la vendita del LSI (Lonza Specialty Ingredients). Con due secoli di trasformazione da azienda elettrica ad azienda leader nella produzione di biotecnologie, Lonza oggi è molto diversa rispetto alla sua nascita, è infatti esposta a mercati in veloce crescita: quello dei prodotti farmaceutici per mammiferi, quello delle tecnologie genetiche e quello della medicina personalizzata. Nel corso degli anni, Lonza si è riposizionata numerose volte in mercati finali in veloce crescita.