Il lusso punta sui mercati emergenti

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Tra agosto e settembre i titoli del lusso hanno sofferto un profondo calo delle quotazioni, cancellando quasi del tutto i guadagni ottenuti nei primi sette mesi dell’anno. La ragione principale è stata la crescita sottotono della Cina, uno dei mercati chiave per le aziende del settore, che ha visto negli ultimi anni una crescente classe media in grado di permettersi anche beni non essenziali. L’area asiatica è diventata di fondamentale importanza e questo viene evidenziato soprattutto dai numeri. Alcuni brand, come Hermès, hanno un’esposizione che si avvicina al 50% del totale dei propri ricavi, mentre per altri player, come Moncler e Burberry, la cifra si assesta intorno al 44%. Il forte sbilanciamento verso una regione di indubbio dinamismo economico porta però ad una concentrazione del rischio, che può generare ribassi sui titoli. Per questo motivo, nei prossimi anni, la strategia delle società del lusso intende posizionarsi in modo da cogliere una più ampia crescita in mercati emergenti come l’India, le cui prospettive sono molto ottimistiche. Tra i molti fattori positivi di questo Paese vi è un mix di crescita dei redditi e quota di millennials, circa il 30%, che hanno permesso al comparto di crescere del 26% su base annuale. L’idea più condivisa tra i brand del lusso sembra quindi essere quella di mantenere un’esposizione verso i mercati emergenti in media sopra il 35%.

Le aspettative positive di lungo termine sono dovute anche alla solidità della domanda aggregata dei consumatori. I prodotti del lusso, infatti, vengono classificati come “beni di Veblen” la cui richiesta aumenta parallelamente agli incrementi di prezzo, grazie a fattori di natura sociologica, quali il successo e l’esclusività. L’intero settore resta quindi particolarmente resiliente anche nel caso di un rallentamento economico, come dimostrato dai risultati finanziari pubblicati negli scorsi mesi. Secondo uno studio di Bain & Co., entro il 2030 la Cina diventerà il più grande mercato per i prodotti di lusso, mentre i rapporti prezzo/utili delle principali società sono, in molti casi, tornati ai livelli pre-Covid. Tutto questo suggerisce che per gli investitori con un orizzonte di lungo termine, il recente calo in Borsa potrebbe rivelarsi una buona opportunità.

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