Cinque ragioni per investire in corporate bond europei

Howard Woodward, credit analyst, T. Rowe Price -

Il mercato europeo delle obbligazioni societarie investment grade continua ad apparire interessante, dato che i rendimenti si attestano sui livelli più alti da oltre un decennio. I rendimenti, inoltre, sono interessanti sia in termini assoluti sia in termini relativi rispetto ai titoli di Stato. Ad esempio, gli investitori potrebbero guadagnare potenzialmente lo 0,5% in più investendo in obbligazioni societarie in euro rispetto ai titoli di Stato italiani a cinque-sette anni[1].

Anche fattori tecnici – come la domanda robusta in presenza di un calo delle emissioni nette – e i fondamentali sono favorevoli. Ma, con l’economia dell’eurozona che continua a rallentare, la selezione dei titoli è cruciale.

Ci sono cinque ragioni per investire nel mercato europeo delle obbligazioni societarie investment grade.

I rendimenti rimangono interessanti

Il mercato europeo delle obbligazioni societarie investment grade continua a offrire agli investitori un’interessante opportunità di generazione di reddito, in particolare per coloro che investono con un orizzonte di lungo termine. In effetti, il rendimento medio offerto da questa asset class è del 4,4%[2], il livello più alto da gennaio 2012. Si tratta di un valore competitivo non solo in termini assoluti, ma anche in termini relativi, in quanto offre un rendimento superiore a quello dei titoli di Stato.

Il quadro tecnico è positivo

I fattori tecnici dovrebbero offrire una spinta positiva alle obbligazioni societarie investment grade in euro. L’asset class ha registrato un ritorno di flussi, una tendenza che ci aspettiamo continui visto l’elevato rendimento complessivo a disposizione degli investitori. Prevediamo volumi di emissione contenuti perché il fabbisogno di finanziamento delle società investment grade è attualmente ridotto, dato che le operazioni di fusione e acquisizione sono ai minimi da un decennio. Inoltre, i livelli di liquidità delle imprese sono elevati, il che riduce la necessità per le aziende di andare sul mercato primario per finanziarsi. Nel complesso, riteniamo che il forte aumento dei tassi sia positivo per le obbligazioni societarie: il probabile impatto positivo sulla domanda dovrebbe infatti bilanciare i rischi legati al potenziale aumento dei costi di finanziamento e all’inasprimento della politica monetaria.

I fondamentali favorevoli si stanno indebolendo leggermente, ma si parte da una base forte
La recessione economica sta iniziando a pesare sui margini di profitto delle imprese. Sebbene questo stia portando a un leggero deterioramento dei fondamentali delle aziende, la maggior parte delle società sta entrando in questo rallentamento da una posizione di forza. Nel complesso, le società con rating investment grade sono sostenute da solidi fondamentali: i livelli di leva finanziaria sono bassi e gli indici di copertura degli interessi sono ancora ampiamente superiori alle medie storiche. Questo è di supporto e offre alle società un cuscinetto maggiore per affrontare questo periodo di crescita economica debole.

La Banca Centrale Europea ha probabilmente terminato il ciclo di rialzi

La probabile fine del ciclo di inasprimento della Banca Centrale Europea (BCE) dovrebbe confortare i mercati, soprattutto se contribuisce ad attenuare la volatilità dei tassi d’interesse. Nell’ultima riunione politica tenutasi in ottobre, la BCE ha mantenuto i tassi di interesse fermi dopo 10 rialzi consecutivi. Riteniamo che la prossima fase del ciclo di politica monetaria sia ormai avviata e che, data la debolezza dell’economia, i tassi di interesse verranno tagliati a un certo punto nel 2024. Questo potrebbe potenzialmente portare a guadagni per le obbligazioni societarie europee investment grade. Tuttavia, siamo consapevoli che è in corso il programma di quantitative tightening della BCE e non escludiamo che questo possa generare volatilità, soprattutto se il processo venisse accelerato.

Cruciale la selezione dei titoli a fronte di un indebolimento della crescita

In un contesto in cui la crescita si sta indebolendo, un’attenta selezione dei titoli e l’allocazione settoriale, sulla base di un’approfondita ricerca fondamentale, è vitale. Al momento siamo cauti sulle prospettive dell’immobiliare, un settore vulnerabile all’aumento dei costi di finanziamento e in cui riteniamo vi sia un maggiore rischio di trovare società “fallen angel”. I fondamentali sono deboli, in particolare nel sotto-settore degli uffici, a causa delle condizioni di credito più rigide e delle limitate opportunità di riduzione della leva finanziaria.

Per contro, ci piace il settore finanziario europeo, sostenuto da valutazioni interessanti e da fondamentali ampiamente resilienti. In particolare, ci piacciono le banche islandesi, grazie alle loro solide posizioni patrimoniali e di liquidità, e alcune banche spagnole, che beneficiano di forti margini di profitto. Riteniamo interessanti anche le banche dell’Europa centrale e orientale. Molte di queste banche sono legate a istituzioni finanziarie dell’Europa occidentale, ma offrono uno spread interessante sia rispetto ai loro omologhi dei mercati sviluppati sia rispetto al debito sovrano dei Paesi in cui si trovano. Tuttavia, non tutte le aree del settore finanziario sono interessanti. Ad esempio, diffidiamo delle banche con esposizioni particolarmente elevate al settore immobiliare commerciale.

Nel complesso, riteniamo che le emissioni societarie investment grade europee restino attraenti grazie a fattori tecnici positivi e ai rendimenti più elevati da oltre un decennio. Anche la probabile fine del ciclo di rialzi della BCE è di supporto, soprattutto se porterà a un’attenuazione della volatilità dei tassi d’interesse. Sebbene vi siano segnali di indebolimento dei fondamentali, si parte da una base solida che dovrebbe contribuire a fornire una certa protezione in caso di rallentamento della crescita dell’Eurozona.