Ebury: Il dollaro affonda mentre i mercati festeggiano il report sull’inflazione degli Stati Uniti

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La Federal Reserve ha ricevuto un’altra sorpresa positiva dal report sull’inflazione di ottobre. L’inflazione ha sorpreso ancora una volta al ribasso e i mercati finanziari hanno accolto la probabile fine dei rialzi dei tassi facendo impennare azioni e obbligazioni in tutto il mondo. Il conseguente calo dei tassi statunitensi e la fuga dai beni rifugio verso gli asset rischiosi hanno colpito il dollaro, che ha subito un brusco calo rispetto a tutte le principali valute mondiali.

 

Ora che le tendenze disinflazionistiche sembrano essere saldamente in atto in tutto il mondo, l’attenzione dovrebbe spostarsi sull’economia. I dati chiave saranno gli indici PMI flash sull’attività delle imprese per il mese di novembre, in uscita giovedì nell’Eurozona e nel Regno Unito e venerdì (a causa della festività del Ringraziamento) negli Stati Uniti. Le aspettative per questo indice nel Regno Unito, e soprattutto nell’Eurozona, sono piuttosto cupe. Una sorpresa positiva potrebbe attenuare il pessimismo sulle economie europee e alimentare il recente rally dell’euro e della sterlina.

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EUR

 

Abbiamo già sottolineato in passato la natura ritardata delle statistiche economiche dell’Eurozona, ad eccezione dell’inflazione. Mentre i dati sul sentiment risultano essere tempestivi, i dati definitivi escono con due o più mesi di ritardo, per cui è difficile capire quanto siano affidabili i primi. La produzione industriale di settembre è stata piuttosto negativa, con un calo di quasi il 7% all’anno su una base aggiustata per i giorni di lavoro. Finora i dati ufficiali confermano il pessimismo emerso dai numeri del sentiment PMI e sembra probabile che l’economia dell’Eurozona si stia nuovamente contraendo. Come nel caso della sterlina, potrebbe essere difficile per l’euro guadagnare ulteriormente senza un chiaro miglioramento nei numeri del PMI di novembre in uscita mercoledì.

 

USD

 

Le buone notizie del report sull’inflazione di ottobre hanno provocato un immediato calo di 20 punti base dei rendimenti dei Treasury decennali e hanno innescato una fuga dal dollaro USA. I mercati hanno già scongiurato ogni possibilità di ulteriori rialzi da parte della Fed (in modo riservato) e ora si aspettano che il primo taglio dei tassi avvenga nel maggio del 2024 (non così presto, a nostro avviso). Nonostante i segnali di un modesto rallentamento, l’economia statunitense continua a crescere a un buon ritmo e il mercato del lavoro rimane in piena occupazione. Sarà difficile per il dollaro cedere ulteriormente fino a quando questa situazione non cambierà in modo significativo.

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GBP

 

Anche nel Regno Unito i dati sull’inflazione hanno sorpreso al ribasso, fornendo una gradita tregua alla Banca d’Inghilterra. Sebbene sia il tasso headline che soprattutto il core rimangano a livelli molto elevati, la tendenza disinflazionistica è ormai chiara. Quest’ultimo indice, in particolare, è sceso sotto il 6%. I dati sul mercato del lavoro sono stati generalmente migliori del previsto, contribuendo al buonumore generale dei mercati finanziari e alimentando il rally del Cable. Ora tutti gli occhi sono puntati sui numeri del PMI di novembre, la lettura più tempestiva dello stato attuale dell’economia britannica. I numeri del mese scorso erano coerenti con un’economia in recessione o al massimo in fase di stallo. Probabilmente dovremo assistere a un miglioramento prima che la sterlina guadagni ulteriormente.