Festival della Soft Economy dal 16 al 18 novembre. Anche in streaming con Fondazione Symbola

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Il Festival della Soft Economy si svolgerà dal 16 al 18 novembre a Treia e anche in streaming sul sito e i canali social della Fondazione Symbola.

Tra i promotori ci sono oltre a Fondazione Symbola e al Comune di Treia – che lo ospita per l’XI anno consecutivo – Unioncamere, la Camera di Commercio delle Marche, Commissario Straordinario alla Ricostruzione Sisma 2016 – Presidenza del Consiglio dei Ministri, Uncem, IFEL, FAI CISL, Green Communities. BIM Tronto, FederBim, Federparchi, Legambiente, Coldiretti, Cosmari, Arnaldo Caprai, SAAD Scuola di Ateneo Architettura e Design “Eduardo Vittoria” Università di Camerino.

L’alluvione in Toscana e precedentemente in Emilia Romagna dimostrano che la crisi climatica rende urgente l’elaborazione di una visione del territorio nazionale che parta dalla consapevolezza degli impatti sempre più evidenti e dei rischi sempre più gravi conseguenti alle crisi climatica e demografica. Proprio i territori montani che subiscono le maggiori conseguenze della crisi climatica sono anche quelli che subiscono gli effetti dello spopolamento. Questi temi sono al centro del Festival della Soft Economy “La sfida territoriale. Geografie e strategie contro la crisi climatica e demografica”. Il primo giorno, giovedì 16 novembre il Festival si apre con la prima sessione “Ritornare al territorio. Priorità e responsabilità”; la seconda sessione sarà dedicata alle “Green Communities: una strategia per la Transizione”; venerdì 17 novembre nella terza sessione, “Il richiamo della foresta” si affronta la Strategia Forestale Nazionale e il Cluster Italia Foresta Legno e nella quarta sessione si discuterà della sostenibilità e territorialità dell’agricoltura, due ambiti di sviluppo necessari per assicurare un presidio strategico per il futuro del Paese, mentre nella quinta sessione si parlerà di “Generare comunità. Il progetto Viridee – Visioni, Resilienza, Idee”. Sabato 18 novembre il Festival si conclude con la sesta sessione “Appennino Lab – Ricostruzione e rigenerazione dell’Appennino e prospettive euromediterranee per il rilancio dell’Italia centrale” una riflessione sul ruolo dell’Appennino centrale come laboratorio di soluzioni per affrontare le crisi climatica e demografica.

“Quest anno il Festival della Soft Economy è dedicato alla sfida territoriale – dichiara Fabio Renzi, segretario generale di Fondazione Symbola – e alle geografie e strategie contro la crisi climatica e demografica. È urgente elaborare una visione del territorio nazionale che parta dalla consapevolezza degli impatti sempre più evidenti e dei rischi sempre più gravi conseguenti alle crisi climatica e demografica. Deve maturare la consapevolezza della “centralità geografica” della montagna – già richiamata nel “Manifesto di Camaldoli” – e conseguentemente della sua “centralità politica”, dando così vita ad un grande e ambizioso programma centrato sull’economia circolare in grado di realizzare quelle azioni di adattamento/mitigazione necessarie a contrastare la crisi climatica, puntando in particolare sulle produzioni legate alle filiere della bioeconomia fondamentali nell’assicurare e fornire servizi ecosistemici e ambientali. Una montagna contemporanea capace di vincere le sfide delle crisi climatica e demografica è un obiettivo che richiede la mobilitazione delle migliori energie del Paese; istituzioni politiche, culturali e scientifiche, amministrazioni e comunità locali, imprese, associazioni, cittadini”.

“Siamo particolarmente orgogliosi – dichiara il sindaco di Treia Franco Capponi – che per l’undicesimo anno il Festival della Soft Economy si svolge a Treia. Per noi, per Treia, è un onore ospitare una tra le più prestigiose ed importanti iniziative di riflessione e di confronto sul territorio. Tra i temi che saranno al centro degli appuntamenti del Festival della Soft Economy – sottolinea il Sindaco di Treia – ci sono tutti quelli che rappresentano le sfide che il nostro territorio deve affrontare per dar vita ad un vero e proprio progetto di ricostruzione e rigenerazione dell’Appennino al quale sarà dedicata la giornata di chiusura di sabato”.

“È importante che al centro del dibattito del Festival c’è il tema della montagna. Se consideriamo che le montagne sono uno dei principali hotspot climatici – dichiara Marco Bussone, presidente nazionale Uncem – e che interessano il 66% della superficie nazionale si comprende meglio a quali rischi è esposto il nostro Paese. Rischi aggravati dal fatto che non solo le montagne ma anche l’intero bacino del Mediterraneo è considerato un hotspot climatico a causa dell’innalzamento delle temperature del mare che alimenta l’energia e la portata dei fenomeni atmosferici. Deve quindi maturare la consapevolezza della centralità geografica della montagna e conseguentemente della sua centralità politica; per dare vita ad un grande e ambizioso programma centrato sull’economia circolare in grado di realizzare quelle azioni di adattamento/mitigazione necessarie a contrastare la crisi climatica, puntando in particolare sulle produzioni legate alle filiere della bioeconomia fondamentali nell’assicurare e fornire servizi ecosistemici e ambientali. Per questo è necessario avviare un progetto di neo-popolamento per sostenere e promuovere la presenza di comunità e istituzioni locali in grado di assicurare le funzioni di vigilanza, monitoraggio, cura e manutenzione territoriale”.

Il Rapporto GreenItaly

Il Rapporto GreenItaly, arrivato alla quattordicesima edizione, è stato presentato a fine ottobre dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere, con la collaborazione del Centro Studi Tagliacarne e con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Al rapporto hanno collaborato Conai, Novamont, Ecopneus, European Climate Foundation, molte organizzazioni e oltre 40 esperti.

Qui il link al documento originale

“Sul tentativo di negare o sminuire la portata della crisi climatica, Papa Francesco, con l’esortazione apostolica Laudate Deum, ha detto parole chiare in vista della COP28 di Dubai. Una crisi – dichiara Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – legata a doppio filo a dinamiche ambientali, economiche, sociali. Non possiamo permetterci le incertezze con cui procede l’attuazione dell’Agenda 2030. Anche in alcune politiche del nostro Paese. Pensiamo al ritardo sulle energie rinnovabili. Sono 510 mila le imprese italiane che negli ultimi cinque anni hanno investito sulla green economy e sono 3,2 milioni i greenjobs. Accelerare gli investimenti nella transizione verde e nelle energie rinnovabili aumenta la stabilità finanziaria come dimostrano gli studi della BCE e della Banca D’Italia, dà forza al made in Italy, riduce i costi a medio termine per famiglie e imprese, rafforza la nostra indipendenza energetica. Siamo una superpotenza europea dell’economia circolare e questo ci rende più competitivi e capaci di futuro. Nel rapporto GreenItaly si legge un’Italia che va verso un’economia più a misura d’uomo che punta sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulle comunità e sui territori”.