Prezzi del gas. Tensioni nel mercato del gas liquido, l’inverno sarà “volatile”

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Tratto da InPiù 

PIA SARACENO – 06/11/2023

ECONOMIA | RIALZO PREZZI GAS, NON È TUTTA COLPA DEL MEDIO ORIENTE

Tensioni nel mercato del gas liquido, l’inverno sarà “volatile”
L’ Autorita’ dell’energia ha comunicato l’aumento delle tariffe gas dell’12% in novembre rispetto ad ottobre recependo le dinamiche registrate sul mercato all’ingrosso in ottobre (+15% sul PSV italiano). Il rialzo va attribuito solo in minima parte alle turbolenze mediorientali, anche se certamente esse hanno concorso ad anticipare e forse amplificare le dinamiche già in atto sui mercati mondiali di LNG (ha liquido), dalla crisi ucraina in poi il riferimento per i prezzi europei. Alcuni fattori specifici sia dal lato dell’offerta (timore di scioperi in Australia, l’interruzione sul gasdotto tra Finlandia ed Estonia), che della domanda (ripresa della domanda invernale e di quella cinese in particolare) giustificano in buona parte l’improvviso balzo dei prezzi del gas dai 30 euro/Mwh di metà mese ai quasi 50 euro/Mwh da metà in poi.  Livello, comunque, non lontano da quello che ci si aspettava per la stagione invernale. L’equilibrio del mercato del gas, infatti, è dominato dalla competizione sul mercato LNG tra Europa ed Asia. La sostituzione del gas via tubo dalla Russia ha infatti portato le importazioni di LNG europee a rappresentare dal 12% del 2021, al 24 % del 2022 ed al 27% nel 2023 del totale della domanda. Dopo le turbolenze del 2022, le tensioni sui prezzi di questo improvviso aumento della domanda di LNG erano in parte rientrate nel corso dell’inverno 2022-2023, la riduzione della domanda asiatica aveva lasciato lo spazio per soddisfare quella aggiuntiva proveniente dall’Europa. Fenomeni climatici meno anomali potrebbero però far rimbalzare la domanda di gas del continente (ancora nel 2023 in riduzione del -5%), riportandola su valori superiori a quelli del 2022.

L’ incremento per l’Europa nel fabbisogno di LNG m, stimato in 45Bcm, si sommerà all’aumento della domanda asiatica, il margine di capacità tra offerta LNG possibile, dati gli impianti esistenti, e livello della domanda (già critici dell’inverno 2022-23) si assottiglieranno ulteriormente. Dalla media storica pari al 15% tale margine potrebbe riportarsi al di sotto del livello di sicurezza del 10% nel 2024 in media, ma prossimo al 5% nei mesi invernali del 2024. Basterà un piccolo evento accidentale a generare oscillazioni nei prezzi: per tutto l’inverno prossimo è altamente probabile una diffusa volatilità. Solo a partire dalla seconda metà del 2025, quando l’offerta aumenterà per l’entrata in esercizio degli impianti in costruzione in Usa e Qatar, si potrà considerare superata la fase di profonda trasformazione strutturale dei flussi di approvvigionamento dell’Europa. Nel prossimo anno e mezzo l’Europa che ha più del 75% dei propri contratti indicizzata ai prezzi spot, contro il 20% della Cina, sarà la più esposta. Il rimbalzo previsto nella domanda nei prossimi mesi potrebbe essere più contenuto se la recessione dovesse aggravarsi, ma sarebbe meglio non dovervi sperare, urgente invece mantenere e rafforzare gli interventi per rendere strutturali i guadagni di efficienza ottenuti nell’ultimo biennio.