Riflettori puntati sui mercati azionari

Thomas Dhainhaut, Head of Equities – Small & Large Caps, La Française AM. -
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Dalla fine di agosto, tutti i principali indici azionari sono scesi in media del -4,9% circa1. Durante questo periodo di assestamento, la performance si è concentrata su sette major statunitensi (Apple, Amazon, Nvidia, Microsoft, Google, Meta e Tesla), che hanno contribuito all’86% della performance annuale dell’S&P500. Senza questi sette titoli, l’indice statunitense avrebbe ottenuto una performance dell’1,9% nel 2023.

L’aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti si sta ripercuotendo sui titoli azionari nazionali, con il Russell 2000 in calo del 15%2 dalla fine di luglio. Gli investitori temono che il forte aumento dei tassi d’interesse finisca per pesare sul sostegno alla crescita. Da un punto di vista settoriale, questi timori hanno colpito anche i settori delle utilities (-10,0% da fine agosto), l’immobiliare (-9,7%) e il manifatturiero (-7,7%)3. Inoltre, dalla fine di maggio si è verificata una marcata rotazione settoriale, con i settori value che hanno nettamente sovraperformato il resto del mercato, con il petrolio in rialzo del 10,6% e i finanziari del 3,9%. Per contro, i settori delle utilities e della tecnologia sono scesi di quasi il 10,0% nello stesso periodo4.

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Oltre a questa rotazione settoriale, esistono rischi specifici legati a un clima economico meno favorevole, a tassi d’interesse più elevati e a una cattiva gestione da parte di alcuni manager. Ad esempio, Alstom, un operatore della mobilità sostenibile, ha visto il suo titolo crollare di quasi il 40% in seguito all’allarme sui flussi di cassa. Alstom è stata penalizzata dal nuovo contesto dei tassi di interesse, che ha impattato sui nuovi ordini e quindi sui flussi di cassa in entrata. Inoltre, le continue tensioni nelle catene di approvvigionamento hanno comportato la necessità di costituire maggiori scorte, aumentando il fabbisogno di capitale circolante. Di conseguenza, il suo rating investment-grade da parte delle agenzie di rating è a rischio, tenuto conto del livello di redditività e di indebitamento.

La società danese Orsted, specializzata nell’ eolico offshore, sembra essere stata troppo ottimista nelle sue previsioni sui tassi di interesse, sui crediti d’imposta e sui tempi di consegna di alcune attrezzature. Alla fine di agosto, la società ha annunciato di dover effettuare accantonamenti consistenti, potenzialmente pari a 16 miliardi di corone danesi, ovvero il 50% del suo EBITDA 2022, per tre progetti americani. Il prezzo delle azioni è crollato di quasi il 40% nell’ultimo mese e continua a scendere all’inizio di ottobre.

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Dopo questa fase iniziale di ribassi (-8,4% sull’S&P500, -9,3% sull’Eurostoxx), rimaniamo cauti sull’outlook. Per il momento non vediamo motivi per essere più ottimisti. Anche il premio per il rischio sul mercato azionario è destinato a salire, visto la guerra in Medio Oriente e le conseguenze su alcune materie prime e su una ripresa dell’inflazione.

La stagione degli utili del terzo trimestre dovrebbe fornirci maggiori indicazioni sulla dinamica della domanda e dei prezzi, ma la tendenza generale dovrebbe essere quella di rimanere cauti. Tuttavia, se l’ipotesi di un atterraggio morbido per l’economia statunitense e l’inflazione venisse confermata l’anno prossimo, saremmo più positivi sulle azioni statunitensi ed europee.

In conclusione, nel breve periodo rimaniamo cauti sui mercati azionari in generale, soprattutto a causa dell’elevata volatilità dei mercati obbligazionari. Tuttavia, la stagionalità positiva, l’imminente stagione degli utili e il posizionamento debole dovrebbero aiutare l’asset class a superare la tempesta.

1 Source: Bloomberg at 06/10/2023

2 Source: Bloomberg at 06/10/2023

3 Source: Bloomberg at 06/10/2023

4 Source: Bloomberg at 06/10/2023