Fed: come domare le aspettative rosee senza alzare i tassi

Paolo Zanghieri, senior economist di Generali Investments -

Questa settimana la Fed dovrà convincere i mercati che il taglio dei tassi non è dietro l’angolo. L’inflazione sta diminuendo più rapidamente del previsto (il core PCE si è attestato al 3,5% in ottobre contro il 3,7% previsto dalla Fed per il quarto trimestre) e l’attività si sta indebolendo, ma gli ultimi dati sull’occupazione mostrano che il mercato del lavoro rimane troppo forte per i circa 125 bps di allentamento previsti dai mercati per il prossimo anno (ci aspettiamo 100 bps di tagli, con una previsione di crescita inferiore al consenso).

Sarà difficile comunicare l’impegno a non tagliare a breve, poiché le minacce di un nuovo rialzo sono in contrasto con gli sviluppi dei dati. Le proiezioni economiche a breve termine dovrebbero essere leggermente ridimensionate, ma a ciò non dovrebbe corrispondere una forte revisione al ribasso del percorso del tasso di policy. È importante notare che potremmo assistere a una revisione al rialzo della stima di lungo periodo/neutrale del tasso di policy appropriato. La stima mediana si attesta attualmente al 2,5%, ma Powell ha accennato al fatto che il tasso neutrale potrebbe in realtà essere aumentato: ciò potrebbe spiegare in parte la resistenza dell’economia al forte aumento dei costi di finanziamento. Il tasso neutro è un importante determinante dei prezzi delle obbligazioni e una revisione al rialzo potrebbe contribuire ad arginare il calo dei rendimenti registrato nelle ultime settimane che, allentando le condizioni finanziarie, rischia di annullare in parte gli effetti del rialzo dei tassi.