Il 2024 sarà l’anno dei corporate bond?

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Come superare l’incertezza del mercato e trovare opportunità di investimento nel 2024? Il 2023 è stato un anno interessante per i titoli societari, le previsioni iniziali ipotizzavano un importante cash flow, con cedole molto proficue e rendimenti al 5%. Sebbene quel livello sia stato raggiunto rapidamente già alla fine del secondo trimestre, successivamente abbiamo assistito a un’inversione di rotta, a causa dell’aumento dei tassi d’interesse. Tuttavia, non mancano le buone notizie: l’indice societario da 1 a 30 anni è in rialzo del 3,3%.

In termini di spread, a inizio anno le società investment grade staccavano di 130 punti base i Treasury, mentre attualmente, si attestano a 21 punti base in meno. L’aspetto interessante è che, nonostante i tassi siano scesi drasticamente, la domanda di titoli societari negli ultimi due mesi ha subito un’accelerazione, probabilmente dovuta al fatto che il mercato ritiene che il ciclo di rialzi della Federal Reserve sia ormai giunto al termine.

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Per quanto riguarda la curva dei rendimenti societari, quest’ultima non ha registrato movimenti significativi nel corso dell’anno, mantenendosi piatta. I titoli societari a breve durata, da uno a tre anni, si aggirano intorno a un rendimento del 5,75%, mentre i titoli societari a lunga durata, fino a oltre 10 anni, stanno registrando un rendimento del 5,82%.

Quali sono le prospettive per il 2024? Le nostre previsioni macroeconomiche sono positive: la Fed dovrebbe avere effettivamente terminato le manovre di rialzo e, guardando ai dati macroeconomici ancora solidi, riteniamo che non ci saranno tagli dei tassi nel 2024. Il mercato del lavoro, infatti, è ancora in buona salute, così come la crescita costante del PIL avvenuta nel terzo trimestre, sebbene le previsioni per il quarto trimestre potrebbero essere molto più modeste.

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Si tratta di uno scenario piuttosto favorevole per le società investment grade e il 2024 potrebbe rivelarsi un anno davvero fruttuoso. Infatti, se i tassi d’interesse si mantenessero su livelli elevati, pur lontani dai massimi, si riscuoterebbero molte cedole, con rendimenti medi del 5-6%. Inoltre, nel caso in cui la Fed non optasse per un taglio dei tassi, significherebbe che l’economia sta godendo di ottima salute e che quindi lo spread non dovrebbe aumentare.

Attualmente i fondamentali societari rimangono solidi e il forte rialzo dei tassi di interesse non ha avuto un impatto rilevante sui costi complessivi. Per quanto riguarda le società investment grade, non sono previsti grandi cambiamenti nelle loro previsioni di offerta per il 2024.

Nel complesso, dunque, il 2023 si è rivelato un anno positivo per le imprese. Forse entro la fine dell’anno non raggiungeremo quei rendimenti del 5% inizialmente previsti e ci avvicineremo piuttosto al 4%, ma pensiamo che nel 2024 ci sarà una spinta in più, che dovrebbe avvicinarci al 6%. Considerando lo storico, questo sembra essere un rendimento significativamente positivo per una classe d’investimento molto sicura.

Dal punto di vista dei rendimenti complessivi, il 2023 è stato un anno solido anche per il mercato delle obbligazioni high yield. Alla forte performance hanno contribuito diversi fattori macro, primo tra tutti la tenuta degli utili societari, che hanno battuto le aspettative. Ad oggi, il mercato high yield è in rialzo di circa l’8,5%, rendimenti che in pochi prevedevano all’inizio di quest’anno e che si dimostrano attraenti e competitivi rispetto ai potenziali rendimenti a lungo termine delle azioni.

Anche le previsioni per l’anno prossimo sono positive e si basano su diversi fattori. In primo luogo, si ritiene che i fondamentali del mercato rimarranno solidi, così come i bilanci delle aziende che nel complesso sono ben preparate a un’eventuale recessione. Se nel corso del prossimo anno si dovesse verificare un’inattesa flessione degli utili, la maggior parte di queste società è ben posizionata per resistere e superare la tempesta.

Quando si parla di prospettive, inoltre, è utile fare riferimento al contesto storico. Gli investitori pensano che il rischio principale per gli high yield sia un picco di default e un’erosione materiale del capitale, ma la storia ci insegna che in assenza di uno shock esogeno rilevante o di una palese cattiva gestione delle strutture di capitale, è piuttosto raro assistere a grandi picchi di default, e non ci sono prove che si stiano verificando in questo momento.

Ovviamente è difficile fare una valutazione sugli shock esogeni, ma la previsione di base per il 2024 è che un’impennata sostanziale del tasso di default sia molto improbabile. Si pensa che nel 2024 si manterrà un livello di base di inadempienze in graduale aumento, e che continuerà a verificarsi una modesta erosione dei rating e dei fondamentali, ma tale erosione avverrà a partire dai massimi storici, tornando semplicemente verso le medie storiche.

Gli investitori non devono considerare questo dato come perdita di appetibilità dell’asset class, ma solo come una naturale inversione di tendenza dopo un contesto di tassi d’interesse estremamente bassi. Tuttavia, non si prevede che l’aumento dei costi di capitale abbia un impatto significativo sui flussi di cassa per la maggior parte degli emittenti, data la salute dei bilanci. Si ritiene, quindi, che ci saranno buone opportunità per i gestori attivi di individuare obbligazioni dal valore interessante per i loro investitori.