Opportunità multi-asset nell’era della transizione climatica

Aliki Rouffiac, Portfolio Manager del team Sustainable Multi Asset Solutions di Robeco -

Dopo un 2023 turbolento, i titoli azionari legati a temi climatici hanno registrato un calo delle valutazioni, diventando relativamente più convenienti rispetto alle azioni ordinarie, mentre i rendimenti dei green bond si stanno avvicinando a quelli delle obbligazioni tradizionali; ne consegue che entrambe le asset class sono ora più interessanti rispetto allo scorso anno.

Inoltre, le migliaia di miliardi di investimenti necessari per avvicinarsi all’obiettivo “net zero” entro il 2050, al fine di rispettare l’Accordo di Parigi, promettono bene per le energie rinnovabili, la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e le altre soluzioni climatiche.

La COP28 ha riportato l’attenzione sulla necessità di accelerare la transizione climatica, con una serie di impegni formali che evidenziano l’importanza delle politiche pubbliche e dei finanziamenti privati.

Anche se la tanto attesa promessa di un ‘abbandono graduale’ dei combustibili fossili non è stata ottenuta, la ‘transizione dai combustibili fossili’ implica che le economie dovranno adesso rimpolpare i loro piani per incrementare la capacità di generazione di energia pulita negli anni a venire per realizzare questa ambizione.

Oltre al rafforzamento della capacità sul fronte delle rinnovabili, anche l’impegno a realizzare un ecosistema più efficiente sul piano energetico e lo sviluppo di altre tecnologie come il nucleare e l’idrogeno rientrano nel novero delle soluzioni ritenute potenzialmente utili a facilitare la transizione.

Investimenti su scala planetaria

L’entità degli investimenti necessari è considerevole: secondo il Global Energy Transitions Stocktake (IEA), la capacità di generazione di energia rinnovabile dovrà essere triplicata entro il 2030, con un fabbisogno di investimenti nell’energia pulita di gran lunga maggiore nei paesi in via di sviluppo. Ciò ha già innescato afflussi in un numero crescente di strategie azionarie e obbligazionarie incentrate su temi climatici, insieme al fiorente mercato dei green bond, in quanto per finanziare la transizione verso un’economia più verde sono necessari capitali privati.

Nonostante il contesto di mercato difficile per i titoli delle rinnovabili nel 2023, gli investimenti nelle strategie climatiche continuano a crescere, tanto che, secondo Morningstar, nel giugno 2023 le masse in gestione (AuM) dei fondi climatici hanno superato la soglia dei 500 miliardi di dollari. L’Europa rappresenta la quota preponderante di questi patrimoni, con l’84%, seguita da Cina e Stati Uniti.

Altrettanto degno di nota è il fatto che il panorama è dominato dalle strategie legate alla transizione climatica e alle soluzioni climatiche, anche se le differenze nella composizione regionale indicano che gli investitori europei preferiscono i fondi incentrati sulle strategie di cui sopra, mentre in Cina e negli Stati Uniti si rileva una maggiore propensione per le strategie basate sulle energie/tecnologie pulite.

Visto il progressivo ampliamento del ventaglio di soluzioni che abbracciano l’energia pulita, l’efficienza energetica e le tecnologie meno consolidate come l’idrogeno, si prevede che il panorama degli investimenti climatici beneficerà di un universo sempre più vasto.

Un anno movimentato

A dispetto dell’entusiasmo, i rendimenti degli investimenti in azioni quotate legate all’energia pulita hanno registrato un andamento altalenante, anche a causa dell’inflazione dei fattori produttivi e delle interruzioni delle catene di approvvigionamento dello scorso anno, che hanno accresciuto i costi di costruzione di nuovi impianti.

Nel 2023 i rendimenti di temi quali l’energia pulita, eolica e solare, la tecnologia di guida dei veicoli elettrici e le catene del valore delle batterie si sono attestati tra il -26% e il +26%, evidenziando l’importanza della diversificazione su periodi più brevi.

Il contesto difficile ha comportato un adeguamento delle valutazioni, sicché le prospettive di rendimento futuro sono oggi più rosee. Rispetto alle azioni globali, un portafoglio equiponderato di temi connessi alla catena del valore dell’eolico, del solare, dell’energia pulita, dei veicoli elettrici e delle batterie è ora scambiato con uno sconto a termine del 9% a fronte del premio medio del 5,5% registrato all’indomani del Covid.

Importante traguardo per i green bond

Il mercato del debito sostenibile, e in particolare dei green bond – che molte imprese utilizzano come strumento di finanziamento nella transizione dalle fonti energetiche tradizionali – è cresciuto esponenzialmente fino a superare i 2.000 miliardi di dollari nel terzo trimestre dello scorso anno.

Tuttavia, il mercato del debito ESG ha ancora dimensioni relativamente ridotte e rappresenta solo una frazione del mercato obbligazionario globale. Le allocazioni in fondi obbligazionari con strategie climatiche dedicate rappresentano solo il 12% del patrimonio complessivo dell’universo globale dei fondi climatici, che invece, secondo Morningstar, è dominato dai prodotti azionari.

Potenziale di crescita

Pertanto, l’obbligazionario ESG presenta un potenziale di crescita, a condizione che i collocamenti riprendano quota dai minimi del 2023 e che gli investitori rivedano le proprie preferenze in quest’ambito. I rendimenti dei green bond societari si sono avvicinati a quelli delle obbligazioni convenzionali, il che suggerisce un calo del ‘greenium’ dovuto alla domanda sottotono dello scorso anno.

Nel frattempo, per accelerare il ritmo degli investimenti necessari a mantenere gli impegni della COP28, servono un allineamento delle iniziative normative con le ambizioni climatiche e maggiori sforzi per indirizzare i capitali verso i paesi in via di sviluppo. Tuttavia, in quello che potrebbe rivelarsi un anno di recessione, gli investitori devono diversificare le proprie allocazioni per ripartire i rischi e massimizzare il potenziale di rendimento.

Grazie al progressivo ampliamento del ventaglio di soluzioni climatiche, gli investitori privati hanno crescenti opportunità di partecipare alla transizione climatica. Tuttavia, per affrontare le difficoltà poste dall’aumento dei tassi e da un contesto macro meno favorevole nel breve periodo è essenziale diversificare.