Si prospettano tenuta e differenziazione per il debito emergente

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Quest’anno ci aspettiamo tenuta e differenziazione nel debito dei mercati emergenti, che saranno sostenuti da un contesto di rendimenti favorevoli, da tendenze macro e da un basso posizionamento degli investitori.

Con l’inizio del nuovo anno, le prospettive per il debito dei mercati emergenti (EM) rimangono costruttive, grazie a tendenze macroeconomiche favorevoli, a rendimenti nominali e reali elevati, a condizioni favorevoli per il credito e per le valute e al basso posizionamento degli investitori.

Inoltre, la maggior parte delle economie a basso reddito è impegnata in fluide trattative di rifinanziamento e/o alle prese con il Fondo Monetario Internazionale. Il ritorno all’ortodossia politica in paesi come la Turchia e l’Argentina è visto con favore.

Il calo dell’inflazione globale e la fine del ciclo di rialzo dei tassi delle principali banche centrali supportano un ulteriore calo dei rendimenti globali e, in assenza di una vera e propria recessione (che non è il nostro scenario di base), ci aspettiamo che i tassi, il credito e il cambio contribuiscano a ottenere performance positive.

Tradizionalmente, il debito EM ha registrato buone performance nel periodo che intercorre tra la fine dei rialzi dei tassi da parte delle banche centrali e gli ultimi tagli, e questa volta non è diverso, con gli indici sia in valuta forte che in valuta locale in rialzo di oltre il 20% rispetto ai minimi di fine 2022. I mercati hanno già scontato una buona parte di questo processo (anche se non tutto), soprattutto in America Latina, dove i rendimenti rimangono elevati a fronte di un’inflazione che è scesa rapidamente. Una volta che la Federal Reserve inizierà a ridurre il suo target sui Fed Funds, dovrebbero venire meno alcuni ostacoli a una politica meno restrittiva per diverse banche centrali dei Paesi emergenti.

Nel 2024 i riflettori saranno puntati sul fitto calendario elettorale EM e sulla geopolitica, anche se nella maggior parte dei casi è improbabile che tali eventi abbiano effetti duraturi.

Le prospettive economiche per la Cina rimangono al ribasso, e ci aspettiamo che questo impatterà principalmente quei Paesi che presentano un’elevata esposizione alla Cina attraverso i legami commerciali e le materie prime. Tuttavia, crediamo che gli effetti sull’universo del debito EM saranno limitati, dati fattori mitiganti quali la ponderazione ridotta all’interno degli indici societari, nonché lo status di low-beta della Cina sia per il debito sovrano che per la valuta locale.

Negli ultimi anni, la dispersione dei rendimenti tra vari paesi e tra i diversi segmenti dell’universo del debito EM è aumentata in modo sostanziale. Ad esempio, per quanto riguarda i titoli sovrani denominati in valuta forte, lo spread medio high yield è ora di oltre 5 volte superiore alla sua controparte investment-grade. Per quanto riguarda le obbligazioni governative denominate in valuta locale, il rendimento medio in America Latina è due volte superiore a quello in Asia. Queste differenze costituiscono un terreno favorevole e i gestori attivi possono trarne vantaggio.

Nel complesso, riteniamo che anche quest’anno vedremo persistere la tenuta e la differenziazione del debito EM. Sul fronte sovrano, gli spread dell’investment grade e dell’high yield di alta qualità sono ristretti, ma i rendimenti restano elevati, mentre riteniamo che l’area dei distressed offra molte opzioni.

Per quanto riguarda le obbligazioni societarie, i fondamentali rimangono solidi e i tassi di insolvenza dovrebbero diminuire per il secondo anno consecutivo. A nostro avviso, i mercati locali sono ancora interessanti, soprattutto in America Latina e in Est Europa.

In conclusione, visti gli attuali rendimenti, riteniamo che basti anche solo un calo molto modesto dei tassi dei Treasury statunitensi e/o del dollaro USA affinché l’asset class possa generare rendimenti a una cifra elevati.