Ebury: Le principali valute rimangono stabili in una settimana povera di dati

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La scorsa settimana è stata insolitamente povera sia di notizie economiche che di politica monetaria, con la maggior parte delle valute principali che hanno registrato un andamento poco brillante in intervalli molto ristretti. La sterlina e l’euro si sono mossi a ritmo serrato, ottenendo un piccolo guadagno nei confronti del dollaro USA, ma nella classifica finale non è emersa alcuna tendenza di rilievo. La peggiore performance è stata quella del Rand sudafricano, in calo di quasi il 2% a causa delle preoccupazioni sulla credibilità del bilancio appena presentato.

 

La prossima settimana gli scambi dovrebbero registrare una modesta ripresa, anche se i comunicati in programma sono relativamente pochi e in grado di influenzare il mercato. L’indicatore di inflazione preferito dalla Fed (PCE – Indice dei prezzi della spesa per i consumi personali) per il mese di gennaio negli Stati Uniti (giovedì) e il più importante dato flash sull’inflazione di febbraio nell’Eurozona (venerdì) forniranno la maggior parte della volatilità, insieme a una serie di discorsi dei funzionari della Federal Reserve, della BCE e della Banca d’Inghilterra.

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EUR

Gli indici PMI dell’Eurozona continuano a indicare una contrazione dell’economia, trascinata da un settore manifatturiero in difficoltà e dalla modesta domanda cinese. Tuttavia, ci sono stati alcuni segnali ottimistici. Il numero è stato meno negativo di quanto previsto e il settore dei servizi è tornato a 50, il confine tra contrazione ed espansione. L’importantissimo dato sull’inflazione flash di questa settimana sarà fondamentale per la tempistica dei futuri tagli della BCE, che ci aspettiamo ancora prima di quelli della Fed.

 

USD

La scorsa settimana, i dati in uscita dagli Stati Uniti (oltre ai PMI di gennaio, alle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione e alle vendite di case) hanno continuato a delineare un quadro solido dello stato dell’economia statunitense. Più rilevante per la Fed sarà vedere se la sua misura preferita dell’inflazione (Personal Consumer Expenditures o PCE) mostrerà a gennaio lo stesso preoccupante trend dell’IPC (Indice dei Prezzi al Consumo). Un’eventuale sorpresa al rialzo consentirebbe probabilmente al dollaro USA di rompere lo stretto range in cui ha scambiato nel mese di febbraio.

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GBP

Gli indici PMI hanno aumentato l’ottimismo sulle prospettive di crescita del Regno Unito nel 2024. Il dato composito è risultato superiore alle attese, spinto dal settore dei servizi mentre il settore manifatturiero rimane in ritardo, e, con un valore di 53,3, è coerente con una significativa espansione dell’economia. Questi numeri sono in netto contrasto con quelli dell’Eurozona e riteniamo che siano la ragione principale della sovraperformance della sterlina nel 2024. Questa settimana nel Regno Unito non verrà rilasciato  alcun dato di rilievo, quindi la sterlina sarà scambiata soprattutto in base alle notizie provenienti da altri paesi.