Il sondaggio FundsPeople. La selezione degli investimenti sostenibili e le criticità
— FundsPeople. —
Negli ultimi anni, gli operatori finanziari si sono adattati a una serie di richieste finalizzate a indirizzare i capitali verso la sostenibilità. Tali richieste, nello specifico europeo, non arrivano solo dal mercato ma sono fortemente legate all’introduzione di piani d’azione e normative orientate a un’evoluzione della finanza in linea con gli ESG. A questa forte spinta in ambito comunitario, il sistema si è uniformato nel suo complesso (sia a livello normativo, sia a livello di singole entità e soggetti interessati), ciononostante il percorso è ancora in fase di costruzione ed è compito anche dei media individuare punti di slancio e battute d’arresto. In questo spaccato si colloca il sondaggio FundsPeople sugli investimenti sostenibili, condotto in due sezioni: una dedicata al settore dei fund selector e degli asset manager, e una ai professionisti del mondo della consulenza e ai private banker. L’inchiesta, condotta tra luglio e settembre 2023, è stata recentemente presentata in occasione della prima edizione di FundsPeople International ESG, l’evento ideato da FundsPeople per fare il punto sui temi della sostenibilità tra i professionisti del settore, e operare un confronto con l’evoluzione in atto in altri Paesi europei (in questo caso, la Spagna). L’indagine (a cui hanno risposto 53 tra fund selector e asset manager, e 181 tra private banker e consulenti), ha invitato gli attori del mondo finanziario a riflettere sul proprio ruolo nel sistema ESG, il compito delle società di investimento, l’impulso dato dalla normativa e quali le principali attese e criticità sul settore.
L’evento è stato patrocinato da AIPB – Associazione Italiana Private Banking, e riguarda in buona parte le scelte di investimento della clientela meno “senior”.
AIPB. Il Private Banking
Maria Antonella Massari, Segretario Generale AIPB – Associazione Italiana Private Banking – commenta: “Nell’ambito del Private Banking, in cui circa il 60% della clientela ha più di 55 anni, il rapporto tra età anagrafica e sensibilizzazione alle tematiche ESG è un aspetto su cui porre l’attenzione. Infatti, un terzo degli asset in gestione del PrivateBanking risponde a requisiti di sostenibilità ma, stando alle recenti rilevazioni di AIPB, un terzo dei clienti Private si è detto non interessato o convinto di fronte alla presentazione di una proposta ESG da parte del proprio banker. Complice anche l’attuale contesto di crisi geopolitiche ed energetiche, che ha fatto slittare in secondo piano i temi di sostenibilità (non solo rispetto agli investimenti). D’altro canto, la survey sui consulenti finanziari di AIPB rileva che questi ultimi si sentono preparati sui temi ESG, ma richiedono maggiori informazioni sull’impatto delle soluzioni proposte per convincere i clienti più scettici. A mio parere, l’accesso a informazioni chiare e complete dovrebbe essere il primo elemento per ricostruire una narrativa efficace e dare un’accelerazione a questa tipologia di investimento”.
Il profilo di Fund selector e Asset Manager secondo FundsPeople
Nell’inchiesta indirizzata a fund selector e asset manager, il primo elemento di analisi si è rivolto all’identità ESG del professionista, ossia alla percezione delle proprie competenze in materia di sostenibilità. Ebbene, emerge una consapevolezza ESG molto forte tra i rispondenti, con un 53% che considera le proprie competenze “adeguate ma migliorabili” e un 38% che le considera “complete e aggiornate”. Tuttavia alla domanda relativa alla presenza di una certificazione legata alla sostenibilità, soltanto il 15% risponde affermativamente, con una prevalenza di CESGA-EFFAS (il 36% di quanti sono in possesso di una certificazione), seguito da un 27% di CFA ESG. Alla domanda su quali siano le maggiori difficoltà nell’analisi di un fondo sostenibile il campione è compatto (88% delle risposte) nell’indicare “la mancanza di omogeneità dei rating e dei dati sulla sostenibilità”; segue la difficoltà nel tenersi al passo con le evoluzioni normative (40%).
Le società, per parte loro, hanno già portato molto avanti il discorso di selezione degli investimenti sostenibili e responsabili con un 72% di intervistati che sottolinea come il gruppo abbia già qualche analista o team di analisi specializzato in sostenibilità che, nell’88% dei casi, si affidano a rating e data provider esterni, con MSCI che canalizza il 64% delle preferenze (la domanda consentiva si selezionare più piattaforme) seguito da Bloomberg (44%) e Morningstar Sustainalytics (38%).
Si arriva così al peso assunto dai fattori ESG. L’insieme dei tre fattori, nel complesso, è preponderante nelle scelte della maggioranza degli intervistati (48%), ma è il fattore E, l’ambiente, a essere centrale per il 40%, mentre la governance e il fattore social si fermano entrambi al 6 per cento.