Tech davanti, dietro tutti quanti

Eric Turjeman, Co-CIO Mutual Funds di Ofi Invest AM -
- Advertising -

Le performance finali del 2023 delle azioni hanno portato con loro un alto livello di incertezza; eppure, i mercati sembrano essersi voltati dall’altra parte per concentrarsi esclusivamente su quei fattori che, probabilmente, avrebbero spinto il settore al rialzo, ovvero su quelle solide aspettative su una riduzione dei tassi d’interesse e un conseguente ritorno degli utili su entrambe le sponde dell’Atlantico. In particolare, è stato il brusco calo dei rendimenti delle obbligazioni di lungo termine, avvenuto alla fine dello scorso anno, a innescare il rally azionario, il quale si è poi protratto anche al 2024.

Tuttavia, la situazione sembra essere più complessa e il primo elemento che attira l’attenzione è la profonda spaccatura che si è venuta a creare tra “vecchia” e “nuova” economia, evidenziata dai rapporti sugli utili molto contrastanti tra loro. Per quanto riguarda la prima, il comparto manifatturiero non sembra aver ancora risolto le sue problematiche legate agli inventari, come affermato da PPG[1], 3M e Dupont per l’industria chimica, ma anche da Rockwell Automation per i capital good; uno scenario che non lascia ben sperare per il futuro, dato che gli indici PMI sono bloccati al di sotto della soglia dei 50 punti. Per quanto riguarda i beni di consumo, invece, sembra che riescano ancora a resistere, seppur con marcate differenze. Nike, per esempio, ha avuto delle problematiche a livello di profitti a causa della scarsa domanda nel mercato cinese, lasciando a Deckers la possibilità di consolidare ancora di più la sua posizione. Inoltre, le società che offrono prodotti di fascia alta (come Costco), così come quelle che offrono prodotti da discount (come Dollar Tree), stanno ottenendo risultati positivi; è nella fascia intermedia che si riscontrano problemi, in quanto è stata quella che ha visto i margini contrarsi maggiormente a causa di una deludente crescita dei volumi. In generale, la conclusione a cui si giunge è che i rivenditori devono ancora adattarsi al fatto che i consumatori sono diventati molto più sensibili al prezzo e, di conseguenza, meno fidelizzati a uno specifico marchio.

- Advertising -

Passando invece alla nuova economia, nonostante le performance da record osservate nel 2023, l’intelligenza artificiale continua ad attrarre i capitali degli investitori, con due società attive nella produzione di chip (Nvidia e AMD), che hanno visto il valore delle loro azioni salire di quasi il 25% da inizio anno, sospinti da attese di ulteriori rialzi dei loro già solidi guadagni. In effetti, si prevede che gli investimenti in AI nei prossimi due anni saranno immensi ed è questo che sta trainando la crescita del comparto. Il rovescio della medaglia, però, esiste anche in questo secondo filone, dato che i famosi “Magnifici 7” sembrano essere diventati i “Magnifici 6”, viste le performance molto deludenti di Tesla. Da segnalare anche come le presentazioni dei risultati di LVMH e Richemont abbiano risvegliato un settore del lusso che aveva subito un duro colpo nel 2023, consentito agli indici del segmento, soprattutto in Europa, di recuperare parte del terreno perso rispetto.

Infine, è necessario fare una menzione a parte per la Cina tout court, che sta subendo una battuta d’arresto dopo l’altra (a causa soprattutto del fallimento di Evergrande) e i suoi mercati continuano a precipitare nell’abisso. Le voci di un imminente intervento statale per stabilizzare i mercati sono sempre più insistenti e potrebbero ravvivare l’interesse degli investitori, che ormai snobbano il Dragone da diversi trimestri.

- Advertising -

In conclusione, salvo un impulso ai mercati derivante da forti tagli dei tassi da parte di Fed e Bce, o da miglioramenti nelle previsioni sugli utili, la posizione condivisa di Ofi Invest AM rimane quella di guadagni contenuti sui mercati azionari anche in questo 2024.