Ebury: L’inflazione persistente mette fine all’indebolimento del dollaro

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L’inflazione dei prezzi al consumo ha sorpreso nuovamente al rialzo negli Stati Uniti. Sebbene i numeri non siano stati  talmente elevati da gettare nel panico la Federal Reserve, sembra chiaro che la tendenza disinflazionistica negli Stati Uniti si sia arrestata, con un’inflazione annualizzata che per il momento è rimasta vicina al livello del 4%. I rendimenti dei Treasury sono rimbalzati, ponendo fine al recente sell off del dollaro e mandando il biglietto verde in cima alla classifica settimanale del G10. Solo le valute dell’America Latina, guidate dal rally del peso cileno, sono riuscite a resistere al rafforzamento del dollaro. Le due valute principali più performanti da un anno a questa parte sono ora il peso messicano e il sol peruviano.

 

Questa settimana le banche centrali saranno al centro dell’attenzione. Naturalmente, la riunione della Federal Reserve di mercoledì è l’evento principale, ma a seguire c’è la Banca del Giappone, che ci aspettiamo inizi a guidare i mercati verso un rialzo dei tassi martedì, soprattutto dopo gli enormi aumenti salariali garantiti dai sindacati giapponesi la scorsa settimana. La riunione della Banca d’Inghilterra di giovedì, invece, potrebbe passare in secondo piano, in quanto i mercati non si aspettano né cambiamenti di politica monetaria né altre significative prese di posizione.

 

EUR

L’indice PMI flash sull’attività delle imprese per il mese di marzo è l’unico dato degno di nota nell’Eurozona questa settimana, per cui ci aspettiamo che la valuta comune si muova per lo più sulla base dei calendari più attivi di altre parti del mondo. I mercati si aspettano un’altra leggera impennata di quest’ultimo, avvicinandosi al livello di 50 che separa l’espansione dalla contrazione. La tendenza generale a prezzare un rinvio dei tagli dei tassi ha lasciato solo il 75% di possibilità di un taglio a giugno, ma riteniamo che potrebbe essere troppo tardi e che sarà difficile per la BCE giustificare ulteriori ritardi nei tagli dei tassi.

 

USD

La disinflazione negli Stati Uniti sembra essersi arrestata per il momento mentre i mercati si focalizzano sulla riunione del FOMC di mercoledì per vedere se la persistenza dell’inflazione e la resilienza dell’economia stiano avendo un impatto sulle prospettive dei funzionari della Fed. Uno dei modi in cui la banca centrale potrebbe comunicarlo è il “dot plot” in cui i membri del FOMC rendono esplicite le loro previsioni sui tassi. Se queste dovessero cambiare passando dai tre tagli previsti lo scorso dicembre per il 2024, a solo due, sarebbe una notizia significativa che potrebbe provocare un forte rally del dollaro.

 

GBP

La storia del Regno Unito, caratterizzata da una domanda relativamente solida, un’inflazione vischiosa e una banca centrale che non ha fretta di tagliare i tassi, sarà messa alla prova dai dati e notizie di politica monetaria di questa settimana. Il dato relativo all’indice dei prezzi al consumo (CPI) di mercoledì dovrebbe mostrare un calo significativo sia dell’indice headline che di quello core, mentre gli indici PMI sull’attività delle imprese dovrebbero indicare una continua espansione. I dati sull’inflazione, in particolare, potrebbero aprire la strada a una modesta svolta dovish tra i membri del MPC, ma riteniamo che la sterlina abbia già prezzato questa eventualità e non ci aspettiamo alcuna reazione di rilievo da parte del mercato.