J. Safra Sarasin: È già primavera per i mercati azionari

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I dati sull’inflazione statunitense, superiori alle attese, hanno smorzato il sentiment positivo del mercato azionario solo per un breve periodo. Tuttavia, la volatilità dei prezzi ha mostrato quanto i mercati azionari siano sensibili a singoli dati che mettono in discussione la narrativa di un “atterraggio morbido” dell’economia statunitense. Tuttavia, tale scenario, o uno ancora più ottimistico in cui l’economia continua a crescere senza “Atterraggio”, è considerato sempre più probabile. L’ultimo sondaggio condotto da Bank of America tra gli esperti di investimenti mostra che il 79% degli intervistati (il mese precedente il 72%) condivide questa opinione. Di conseguenza, una recessione negli Stati Uniti nel 2024 è considerata sempre più improbabile e, se dovesse verificarsi, sarebbe solo nella seconda metà dell’anno. Di conseguenza, le aspettative di crescita degli Stati Uniti per l’anno in corso sono state riviste al rialzo già a febbraio. Ciò contrasta con la situazione dell’Eurozona e del Regno Unito, ancora in recessione tecnica.

L’andamento dell’inflazione e le relative decisioni di politica monetaria restano al centro dell’attenzione. Al 4,7%, il “Wage Growth Tracker” della filiale di Atlanta della Fed continua ad essere ben al di sopra dell’obiettivo di inflazione a gennaio. Secondo i verbali della riunione del Federal Open Market Committee pubblicati a febbraio, la Fed intende aspettare a tagliare i tassi di interesse fino a quando non avrà “maggiore fiducia” nella traiettoria discendente dell’inflazione. Di conseguenza, probabilmente taglierà i tassi solo più tardi e in misura minore. I mercati finanziari si aspettano che la Fed tagli i tassi di interesse per la prima volta non prima di giugno, e lo stesso vale per la Banca Centrale Europea (BCE). Il rischio di stagflazione, come negli anni ’70, è certamente preannunciato da numerosi parallelismi: eventi geopolitici in Medio Oriente ed elevati deficit pubblici. Tuttavia, al momento non ci sono molti elementi a favore di questo scenario di rischio, soprattutto perché gli indici PMI in Europa hanno continuato a migliorare a febbraio.

Obbligazioni – I rischi di inflazione pesano sui mercati obbligazionari

Le confermate preoccupazioni sull’inflazione hanno lasciato il segno sui mercati obbligazionari. Sebbene i rendimenti siano scesi di nuovo leggermente verso la fine del mese, sono aumentati significativamente dall’inizio del mese sia negli Stati Uniti che nell’Eurozona. La riluttanza della Fed a tagliare i tassi d’interesse e le incertezze sull’ulteriore riduzione dei bilanci della banca centrale manterranno la pressione al rialzo sulle obbligazioni nei prossimi mesi.

Sui mercati del credito, ci si chiede quanto possano ancora scendere i premi per il rischio di credito. Attualmente sono scesi al livello più basso dallo scoppio della guerra in Ucraina nel segmento high yield negli Stati Uniti, così come in Europa e nei mercati emergenti, e rimangono ben al di sotto della media decennale. Rimaniamo pertanto cauti e sottopesati nelle obbligazioni, soprattutto in quelle ad alto rendimento.

Azioni – Resilienza grazie al forte trend dell’AI

La stagione dei bilanci negli Stati Uniti si è quasi conclusa e ha sorpreso ampiamente al rialzo. Con l’ottimismo della stagione dei bilanci USA, anche le aspettative sugli utili per i prossimi trimestri sono state riviste al rialzo. Per contro, le prospettive per l’Europa rimangono piuttosto caute. In particolare, gli attesissimi dati di Nvidia – il più importante produttore di chip per le tecnologie AI – hanno superato le elevate aspettative degli Stati Uniti. Tuttavia, non si è ancora vista un’ampia applicazione della “tecnologia di intelligenza artificiale generativa”, ad esempio nel settore sanitario. Comunque, vi sono alcuni segnali che indicano che lo stesso settore tecnologico sta già beneficiando dell’adattamento dell’IA. Ne sono un esempio l’uso dei chat bot per il servizio clienti o la codifica più efficiente dei programmi. Questo aumenta la produttività, che a sua volta porta a una riduzione dei costi. Google ha licenziato più di mille dipendenti all’inizio dell’anno e ha annunciato ulteriori misure di riduzione dei costi. Anche altre aziende tecnologiche cercheranno di utilizzare la tecnologia AI per ridurre i costi e finanziare ulteriori investimenti senza mettere a rischio i loro attuali margini elevati.

In questo contesto è interessante notare che i quattro maggiori clienti di Nvidia, che rappresentano il 40% dei suoi ricavi, sono a loro volta grandi aziende tecnologiche, ovvero Microsoft, Meta, Amazon e Alphabet (Google). Si sta già discutendo se l’AI/tech debba essere considerata una categoria di asset separata a causa delle sue dimensioni e delle sue caratteristiche di mercato distinte. Dopo tutto, le “Magnifiche 6” (esclusa Tesla) hanno una capitalizzazione di mercato superiore a quella dell’intero indice MSCI Europe.

Anche un altro segmento azionario – il Giappone – ha recentemente attirato l’attenzione. L’indice Nikkei ha raggiunto un nuovo massimo storico dopo quasi 35 anni, recuperando finalmente le perdite subite in seguito allo scoppio della bolla immobiliare giapponese. Le ragioni della forte performance sono da un lato macroeconomiche – debolezza dello yen, fine della deflazione in vista – e dall’altro aziendali – maggiore redditività e migliore governance aziendale. A ciò si aggiunge il rinnovato interesse degli investitori internazionali. La performance positiva delle società tecnologiche globali ha fornito un’ulteriore spinta, soprattutto perché circa un quarto dell’indice Nikkei è attribuibile a questo settore.

Asset Allocation – Le azioni beneficiano di un posizionamento positivo

A causa della volatilità del contesto e dei dati sull’inflazione più elevati del previsto, manteniamo una sottoponderazione nelle obbligazioni e continuiamo a preferire titoli di Stato di alta qualità con scadenze medie. Rimaniamo sottopeso nelle obbligazioni ad alto rendimento e in quelle dei mercati emergenti.

A febbraio abbiamo aumentato l’allocazione azionaria a un leggero sovrappeso. Preferiamo i Paesi sviluppati e al momento rimaniamo neutrali in termini di regioni e settori. Lo slancio dei mercati azionari rimane sostenuto dal posizionamento positivo e dagli indicatori di sentiment ottimistici. Rimaniamo cauti sui mercati emergenti e attendiamo che il contesto deflazionistico in Cina finisca e che la crescita riprenda.

Nell’ambito degli investimenti alternativi, manteniamo le obbligazioni catastrofali. Questo segmento continua a offrire rendimenti interessanti e contribuisce a diversificare i portafogli.