Azioni europee in ripresa

-
- Advertising -

Le prospettive dell’economia europea per quest’anno saranno probabilmente determinate in gran parte da un fattore: la bassa crescita prevista per l’Europa migliorerà non appena la Banca Centrale Europea (BCE) taglierà i tassi di interesse. In effetti, l’inflazione in Europa è diminuita nettamente di più rispetto agli Stati Uniti. Il tasso core è ancora al 3,8% (con un aumento dello 0,4% rispetto al mese precedente, superiore alle attese). Di conseguenza, le condizioni per un taglio dei tassi d’interesse in Europa sono più favorevoli che negli Stati Uniti. Per la prima volta gli europei dovrebbero tagliare i tassi di interesse prima degli americani, anche se una tale divergenza è piuttosto improbabile.

È inoltre improbabile che le azioni europee riescano a recuperare rapidamente terreno rispetto a quelle americane. Questo perché i mercati azionari statunitensi sono generalmente i più costosi al mondo: il rapporto prezzo/utili si aggira intorno a 21 sulla base degli utili attesi, anche se le previsioni di crescita di circa il 10% per quest’anno non appaiono affatto certe. Se si ipotizza che l’economia crescerà solo dell’1-2% in termini reali, un aumento degli utili del 10% risulterà difficilmente realizzabile dal punto di vista economico.

- Advertising -

Se la crescita degli utili prevista non si concretizzasse, il rapporto prezzo/utili delle azioni statunitensi si avvicinerebbe a 23, il che rappresenterebbe la massima sopravvalutazione storica delle azioni statunitensi in termini di rapporto prezzo/utili rispetto alle azioni europee. Ma anche in termini di rapporto prezzo/valore contabile, le azioni statunitensi hanno un prezzo superiore a 3,5, molto più caro dell’1,5 circa delle azioni europee.

Da un lato, le azioni europee sono più economiche di quelle statunitensi, mentre dall’altro i tassi di interesse europei sono significativamente più bassi di quelli statunitensi. Da questo punto di vista, il confronto del premio di rischio azionario è molto più favorevole per l’Europa che per gli Stati Uniti. In tempi di tassi d’interesse molto bassi (negli USA due anni fa erano allo 0,5%), le valutazioni molto elevate delle azioni statunitensi di oggi avrebbero potuto essere giustificate. Oggi invece, dopo un incremento pari a dieci volte dei tassi d’interesse a breve termine, gli elevati rapporti prezzo/utili del passato non sembrano più giustificati.

- Advertising -

Al contempo, i tassi d’interesse reali superiori al 2% negli Stati Uniti e all’1% in Europa derivano dal tasso d’inflazione previsto del 2%. In passato (ad esempio nel 2000 e nel 2007), l’economia statunitense si è deteriorata quando i tassi di interesse reali hanno superato il 2%. Tassi di interesse reali elevati rallentano l’economia, mentre tassi di interesse reali bassi o negativi stimolano l’economia. I bassi tassi di interesse sono incoraggiati da un’espansione del bilancio della banca centrale. Nel corso delle crisi statunitensi (finanziaria e pandemica), gli americani hanno decuplicato il bilancio della Fed, passando da 800 miliardi di dollari a 8,9 trilioni di dollari. Si può immaginare che se in futuro il bilancio della banca centrale statunitense dovesse essere ridotto (finora sono stati spesi ben 1.000 miliardi di dollari per la vendita di obbligazioni e quindi per la riduzione del bilancio) e venissero ridotti i nuovi finanziamenti – come annunciato quest’anno – verrebbe a mancare lo stimolo decisivo per l’economia e il mercato azionario statunitensi.

L’Europa ha ridotto il bilancio della banca centrale di una percentuale maggiore rispetto agli Stati Uniti, anche attraverso il rimborso dei prestiti bancari. Questo potrebbe essere il motivo per cui il tasso di inflazione europeo è significativamente più basso di quello americano (soprattutto per quanto riguarda l’inflazione di fondo). La Germania è quella che sta soffrendo maggiormente per questa politica restrittiva della BCE.

Attraverso il Next Generation EU Fund, Paesi come l’Italia, la Spagna e la Francia ricevono miliardi di sovvenzioni che non devono essere rimborsate e altri prestiti a basso interesse. Di conseguenza, l’economia dei Paesi mediterranei – simile a quella degli Stati Uniti – si sta sviluppando molto meglio di quella dei Paesi del Nord Europa, che ricevono pochi o nessun sussidio. In questo contesto, le prospettive economiche e dei mercati azionari di Italia, Spagna e Francia rimarranno probabilmente migliori di quelle della Germania e dei Paesi del Nord Europa. Dall’inizio del 2022 l’Italia è stato il mercato azionario con la migliore performance a livello internazionale. Anche tenendo conto delle variazioni valutarie, i mercati azionari statunitense e giapponese non hanno ottenuto risultati migliori dell’Italia. È quindi probabile che i Paesi mediterranei continuino a essere favoriti dal punto di vista economico, soprattutto se la BCE abbasserà i tassi di interesse.

In sintesi, le prospettive economiche e borsistiche dei Paesi mediterranei dovrebbero essere relativamente buone rispetto agli standard internazionali. I tassi d’interesse sono già più bassi rispetto agli Stati Uniti e probabilmente verranno ridotti in modo più deciso, soprattutto se si prevede un peggioramento dell’economia tedesca. In termini di politica fiscale, l’UE probabilmente fornirà un forte stimolo all’economia aumentando i disavanzi, che non erano affatto ammessi quando l’UE è stata fondata. In considerazione degli elevati aumenti salariali in Europa, l’economia dei beni di consumo in particolare potrebbe registrare una ripresa più sostenuta. Con la contemporanea diminuzione dell’inflazione, aumenterà anche la crescita dei salari reali in Europa. Le prospettive per l’economia dei beni di consumo appaiono quindi favorevoli, soprattutto nei Paesi mediterranei.