Fondi pensione e investimenti sostenibili

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Il tema degli investimenti sostenibili rappresenta una delle priorità delle istituzioni europee, i cambiamenti climatici e gli impatti che questi stanno producendo sulle attività economiche e sociali, hanno spinto il legislatore comunitario a varare un quadro regolamentare che possa favorire la transizione dell’economia e della finanza verso un modello più sostenibile dal punto di vista ambientale.  Lo ricorda il Mefop nel recente Midterm Report sugli investimenti sostenibili in cui evidenzia come tra le iniziative più significative vanno certamente ricordate le pre­visioni del Regolamento (Ue) 2019/2088 in merito all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (Sfdr) e quelle della Di­rettiva (Ue) 2017/828 relativa all’incoraggiamento dell’impegno a lungo termine degli azionisti (Srd 2).  Tali provvedimenti richiedono alle entità finanziarie di rendere di­sponibili pubblicamente (e per quanto riguarda Sfdr in modo standar­dizzato) le informazioni sulle scelte effettuate relativamente ai profili degli investimenti sostenibili.

Sulla base di tale documentazione l’Os­servatorio Mefop ha analizzato le scelte dei fondi di previdenza complementare.  Quali sono le principali evidenze ?

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La scelta di considerare i Pai nelle politiche d’investimento rileva essenzialmente per i fondi aperti, per i quali si registrano 14 soggetti che hanno dichiarato di considerare i Pai  (considerazione dei principali effetti negativi degli investimenti sui fattori di sostenibilità o mancata considerazione degli effetti negativi degli investimenti sui fattori di sostenibilità), viceversa tra i Fp di origi­ne occupazionale risultano soltanto 3 soggetti che hanno avviato tale percorso.  La principale ragione addotta per motivare la mancata considerazio­ne degli effetti negativi sui fattori di sostenibilità è rappresentata dalla qualità dei dati necessari al calcolo degli indicatori e dalle metodologie di calcolo degli stessi, ritenute ancora non sufficientemente consistenti.  L’Osservatorio ricorda che alcuni Fp negoziali e preesistenti hanno comunque avviato un percorso teso, in prospettiva, all’integrazione dei Pai a livel­lo di entità che, al momento, si limita alla sola considerazione di tali profili a livello di comparto e alla predisposizione della dichiarazione Pai a livello di prodotto secondo lo schema previsto per le entità.

Si ricorda ancora come la disciplina comunitaria istituisce due diverse tipologie di prodotti finanziari sostenibili, caratterizzate da un livello crescente di interesse verso i profili Esg. Si tratta dei prodotti finanziari cosiddetti art. 8 (light green) che promuo­vono, tra le altre, caratteristiche sociali e ambientali o una loro combi­nazione a patto che le imprese beneficiarie dei finanziamenti rispettino prassi di buona governance, e dei prodotti finanziari art. 9 (dark green) che hanno come obiettivo la realizzazione di investimenti sostenibili.

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L’analisi delle Note informative evidenzia 25 schemi pensionistici che hanno istituito comparti art. 8 o 9 (35%). La scelta risulta maggioritaria tra le forme pensionistiche di mercato (60%) rispetto alle forme occupazionali che palesano un at­teggiamento più prudente. Nove forme pensionistiche hanno qualificato l’intera offerta d’investimento come comparti art. 8 e 9.

Nel complesso risultano istituiti 72 comparti sostenibili (26% delle linee d’investimento considerate), tutti qualificati come light green. Gli attivi investiti nei comparti sostenibili costituiscono, rispettivamente, il 28,5% dell’Andp dei Fp negoziali, l’11,8% dell’Andp dei Fp preesistenti e il 47% dell’Andp dei Fp aperti. L’integrazione dei rischi di sostenibilità nelle politiche d’investimento dei comparti, al pari di quanto dichiarato a livello di entità, appare lar­gamente praticata. Dall’analisi si evidenzia che ben il 70% dei comparti analizzati ha dichiarato di muoversi in tal senso, la percentuale sale al 90% per i fondi pensione aperti e è pari a 71% per i fondi negoziali. Come già riscontrato a livello di entità, le cose cambiano in modo significativo nel caso della considerazione dei Pai a livello di comparto, dato che tale scelta è stata dichiarata soltanto per il 30% delle linee di investimento analizzate.

Inoltre, si ripropone nuovamente la dicotomia tra le scelte dei fondi occupazionali e quelle dei fondi aperti, se nel primo caso la presenza di comparti che considerano i Pai è molto limitata (6% per i Fp negoziali 14% per i Fp preesistenti), tra gli aperti la considerazione dei principali effetti negativi degli investimenti sui fattori di sostenibilità è certamente più diffusa (67%). differenza di quanto osservato per l’integrazione dei rischi di so­stenibilità la considerazione dei Pai a livello di entità riguarda esclusi­vamente o quasi i comparti art. 8 nel caso dei fondi pensione negoziali e preesistenti. Anche nel caso dei Fp aperti si rileva una significativa prevalenza di comparti art. 8 ma la quota di comparti diversi da quelli art. 8 e 9 non è comunque trascurabile