Il dollaro si rafforza in attesa dei dati sull’inflazione

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La scorsa settimana i mercati valutari hanno registrato un andamento apatico, oscillando in intervalli ristretti in assenza di notizie importanti sull’inflazione, su cui i trader e gli investitori hanno concentrato l’attenzione in modo ossessivo negli ultimi tempi. Gli unici movimenti significativi tra le principali valute sono stati i moderati ribassi del real brasiliano, appesantito da una banca centrale brasiliana dovish, e dello yen giapponese, trascinato al ribasso dai crescenti dubbi sulla volontà delle autorità di difendere la valuta in mezzo a un massiccio divario dei tassi di interesse con il resto del mondo. Il vincitore della settimana è stato il peso messicano, che è salito dell’1% ed è ora l’unica valuta principale ad aver resistito al rally del dollaro finora nel 2024.

Il dato sull’inflazione dei prezzi al consumo di aprile, in uscita mercoledì negli Stati Uniti, sarà probabilmente il dato macroeconomico più significativo che vedremo per un po’ di tempo. Per mantenere la narrativa sul taglio dei tassi, sarà importante iniziare a vedere numeri dell’indice core coerenti con l’obiettivo di inflazione della Fed: ovvero non più dello 0,2% al mese. Importanti saranno anche il report sul lavoro nel Regno Unito per il mese di marzo, martedì, e i dati sulla crescita del PIL del primo trimestre dell’Eurozona, mercoledì. Un programma insolitamente ricco di interventi dei membri della Federal Reserve e della BCE fornirà ulteriori spunti nel corso della settimana.

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EUR

Gli indici dell’attività economica PMI, così come la produzione industriale e le vendite al dettaglio, indicano una ripresa significativa dell’attività economica, guidata da una domanda interna solida e dal settore dei servizi. Il dato sul PIL del primo trimestre, in uscita questa settimana, dovrebbe confermare questa tendenza, e forse si assisterà a una sorpresa positiva, proprio come è accaduto la scorsa settimana nel Regno Unito. Tuttavia, questi dati non dovrebbero escludere il primo taglio della BCE, che arriverà quasi sicuramente a giugno. Oltre a ciò, il ritmo dei tagli rimane incerto, poiché l’economia si sta riprendendo e l’Eurozona deve affrontare “l’ultimo miglio” nella lotta all’inflazione, con l’inflazione core ancora significativamente al di sopra dell’obiettivo della BCE.

USD

I piani della Federal Reserve per il taglio dei tassi nel 2024 dipendono essenzialmente dalla possibile ripresa del trend disinflazionistico interrotto nel 2023. Questo richiede, a sua volta, che i dati mensili dell’ indice dei prezzi al consumo (CPI) non superino lo 0,2% di aumento, in particolare per quanto riguarda l’indice core. Secondo le aspettative degli economisti, questo è improbabile che accada nel rapporto di aprile sull’IPC di questa settimana, visto che non è accaduto negli ultimi 6 mesi. Eventuali ulteriori sorprese al rialzo porterebbero probabilmente a un significativo ridimensionamento del percorso dei tassi della Fed per il resto dell’anno. Di conseguenza, ci aspettiamo di assistere a una certa volatilità subito dopo la pubblicazione del dato mercoledì. Va notato, tuttavia, che ci sono molte posizioni lunghe sul dollaro, che rimane fortemente sopravvalutato secondo diverse metriche.

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GBP

Il report sul PIL del primo trimestre del Regno Unito è stato più piacevole del previsto: la crescita è ancora molto resistente, la ripresa è rapida e il rallentamento del 2023 è ormai alle spalle. La Banca d’Inghilterra, tuttavia, ha suonato una nota più scettica durante la riunione di maggio e il governatore Bailey ha addirittura suggerito che i mercati hanno sottovalutato il ritmo dell’allentamento della politica monetaria. Con la crescita in ripresa e l’inflazione ancora lontana dagli obiettivi della Banca, questo potrebbe rivelarsi alla fine solo un altro dei tanti falsi comunicati della Banca d’Inghilterra. Il report sul lavoro di questa settimana sarà fondamentale. I mercati si aspettano una conferma della lenta tendenza al ribasso degli aumenti salariali e qualsiasi sorpresa al rialzo potrebbe innescare un’ulteriore rivalutazione dei tempi previsti per i tagli dei tassi di interesse e sostenere la sterlina.