L’umore migliora!

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L’umore degli investitori va decisamente migliorando. Siamo nel mese di maggio e non stanno vendendo, come invece suggerirebbe il vecchio detto del mercato “sell in May…”. Anzi, in alcuni casi i prezzi dei titoli hanno persino segnato nuovi massimi. In effetti la società di media intelligence “Media Tenor” ritiene che gli analisti siano più ottimisti nei confronti di diverse grandi economie. Questa società raccoglie le valutazioni degli analisti sui trend macroeconomici da importanti media e le accorpa in un indice. In termini di miglioramento del sentiment l’India si colloca al primo posto, seguita dal Regno Unito. Negli ultimi mesi gli analisti hanno espresso un maggiore ottimismo anche su Germania, Stati Uniti e Cina, pur formulando valutazioni della situazione attuale e attese per il futuro talvolta divergenti.

Migliora anche il sentiment economico. Lo mostra chiaramente il nostro indice proprietario Macro Breadth Index, basato su un’ampia serie di dati globali. Stando a tale indice, all’inizio del secondo trimestre l’attività economica globale ha continuato ad espandersi. Nel primo trimestre dell’anno la crescita del prodotto interno lordo (PIL) è risultata superiore al 3% annualizzato, quindi oltre il potenziale e pressoché invariata rispetto alla media del secondo semestre 2023. Ad aprile il Macro Breadth Index ha segnato il quinto rialzo consecutivo grazie a un generale incremento in tutte le aree geografiche. Tra i Paesi industrializzati, l’Europa (in particolare l’area euro e il Regno Unito) e il Giappone hanno registrato progressi, mentre gli Stati Uniti hanno evidenziato un lieve ribasso. Ma si tratta di una flessione trascurabile dato il consistente contributo complessivo degli USA alla crescita globale. È proseguito anche il trend favorevole dei mercati emergenti: la Cina segna un rialzo per l’ottavo mese consecutivo e Brasile, India, Turchia e Messico sono in territorio positivo. Ad aprile l’inflazione globale non ha mostrato segni di cedimento. Negli ultimi due mesi il nostro Macro Breadth Index ha oscillato entro un certo intervallo, interrompendo la serie di ribassi costanti iniziata nell’autunno 2022. Il mese scorso le previsioni di consensus sul PIL di una modesta maggioranza dei Paesi del nostro universo sono state riviste in positivo (parliamo di 15 Paesi contro i 13 che hanno subito una revisione negativa del PIL), in ragione delle migliori aspettative per Stati Uniti e Cina. Lo rivelano chiaramente anche gli indici dei responsabili degli acquisti (Purchasing Managers’ Indices, PMI; si veda il nostro Grafico della Settimana).

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Tuttavia sono state ritoccate leggermente al rialzo anche le previsioni di consensus per i tassi di inflazione ponderati per il PIL. Il contesto per gli investimenti resta quindi delicato. In base all’esperienza passata, gli asset rischiosi, e soprattutto le azioni, potrebbero salire ancora nei prossimi mesi, sempre che la Federal Reserve (Fed) statunitense e altre importanti grandi banche centrali riescano a indirizzare l’economia verso un soft landing, contenendo l’inflazione nel lungo periodo e allentando la politica monetaria. Detto ciò, qualsiasi errore in grado di innescare una recessione, un ritorno dell’inflazione e/o ulteriori restrizioni sul piano monetario possono generare malumore e battute d’arresto, che potrebbero essere aggravati dalle valutazioni elevate di parecchie asset class. L’eventualità di un “no landing” negli Stati Uniti potrebbe sostenere gli asset rischiosi e alimentare pressioni ribassiste sui Treasury USA nell’immediato. La situazione potrebbe però ribaltarsi se la linea della Fed imperniata su “tassi più alti più a lungo” minasse la crescita riesumando i timori di recessione.

La semplice verità è che, anche se oggi gli investitori sono più ottimisti, è necessario un periodo di crescita con bassa inflazione per mantenere alto il morale nel lungo periodo. Di conseguenza, i dati sull’andamento dei prezzi resteranno al centro dell’attenzione.

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La settimana prossima

La prossima settimana l’attenzione sarà proprio rivolta in particolare all’andamento dei prezzi. In Giappone gli investitori monitoreranno i prezzi al consumo (attesi per venerdì) in cerca di conferme della fine della deflazione nel Paese. I prezzi alla produzione tedeschi (lunedì) saranno invece valutati in termini di potenziale impatto sull’inflazione dei prezzi al consumo. Mercoledì conosceremo i prezzi al consumo britannici di aprile. E sarà pubblicato anche il verbale dell’ultima riunione del Comitato di politica monetaria della Federal Reserve (Federal Open Market Committee, FOMC). Sarà interessante scoprire se il verbale esclude categoricamente la possibilità di un taglio dei tassi come ha fatto il Presidente della Fed Jay Powell nella conferenza stampa seguita alla riunione.

Quanto ai dati macroeconomici, giovedì si attendono gli indici dei responsabili degli acquisti (PMI) per area euro, Giappone, Stati Uniti e Regno Unito. Venerdì sarà la volta degli ordinativi USA.

Sembra proprio che la prossima settimana avremo buoni motivi per tenere alto il morale.