AXA Investment Managers UE tra pressioni internazionali e interessi interni sui veicoli elettrici cinesi

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I partiti storici di governo mantengono ancora la maggioranza nel Parlamento europeo, nonostante l’avanzare dell’estrema destra, il che – vista la loro lunga tradizione di cooperazione – dovrebbe impedire qualsiasi cambiamento politico radicale a Bruxelles. Tuttavia, la decisione del Presidente francese di indire un’elezione nazionale anticipata è fonte di incertezza. Riteniamo che ciò accelererà la resa dei conti tra i partiti tradizionali e il Rassemblement National, cosa che sarebbe comunque stata la cornice delle prossime elezioni presidenziali del 2027.

L’agenda politica europea è stata in gran parte sospesa durante la campagna elettorale. Questa settimana ci concentriamo sull’indagine anti-sussidi della Commissione Europea sulle importazioni di veicoli elettrici dalla Cina. Sebbene questo sembri allineare l’Ue all’approccio combattivo degli Stati Uniti, riteniamo che in questo caso siano presenti i germi di una “via mediana” nei confronti di Pechino, alimentata dai timori per i costi di una guerra commerciale – cogliamo l’occasione per evidenziare le stime dell’Istituto Peterson sul costo per gli Stati Uniti degli aumenti tariffari auspicati da Donald Trump – e anche semplicemente dalle difficoltà all’interno dell’Ue di formare un fronte unito su questo tema. Segnaliamo che anche nel campo populista, le contraddizioni abbondano quando si parla di protezionismo in Europa.

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Tornando alla politica monetaria, come ci aspettavamo, Christine Lagarde è stata molto cauta sulle prossime mosse dopo il taglio di 25 punti base. Il mercato non prevede più tre tagli completi dei tassi quest’anno. È ancora il nostro scenario di base. Tuttavia, la modalità dipendente dai dati della Bce può essere fonte di volatilità in futuro, soprattutto perché anche la Fed si trova davanti a un flusso di dati particolarmente confuso, esemplificato ancora una volta da un rapporto contraddittorio sui salari. Il mercato si concentrerà sul nuovo “dot plot” del FOMC questa settimana. Ci aspettiamo uno spostamento della “previsione mediana” a due tagli per quest’anno, rispetto ai tre di marzo. C’è il rischio che si possa scendere a uno solo, ma a nostro avviso questo eliminerebbe troppe opzioni, inviando il messaggio che la Fed non possa tagliare prima delle elezioni.