La sfera di cristallo

team Multi Asset - GAM (Italia) -
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Dopo il forte rally che abbiamo vissuto nel primo semestre, il mercato si sta interrogando sulle prospettive da qui a fine anno. La scelta tra un approccio aggressivo per approfittare delle opportunità ancora presenti o più conservativo per consolidare le performance fin qui ottenute.

Nel primo semestre dell’anno abbiamo assistito ad una sola intensa correzione, avvenuta nel mese di maggio e prontamente riassorbita. Così come per il movimento di ribasso del quarto trimestre del 2018 si è creata dal punto di vista grafico una conformazione a V. Ogni discesa è risultata un’occasione di acquisto. Il risk-on ha caratterizzato i mercati fino ad oggi e, come abbiamo già sottolineato, il sostegno in prospettiva delle Banche Centrali genera ottimismo tra gli operatori, seppur in un quadro macroeconomico con chiaroscuri.

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Per quanto le minacce dei dazi da parte di Trump abbiano prodotto a più riprese incertezza e reazioni negative, le successive “aperture” hanno ridato slancio e permesso ai mercati di raggiungere nuovi massimi, senza però riuscire ad evitare la frenata del commercio internazionale. I dati particolarmente buoni sull’occupazione venerdì scorso hanno spiazzato il mercato e instillato il dubbio che la FED possa procedere in modo meno aggressivo del previsto.

Cosa aspettarsi da qui a fine anno è una domanda che forse è meglio non porsi, ma al momento con-viene agire in modo pragmatico. In questo scenario le correzioni diventano opportunità di acquisto, sia per l’azionario, sia per il credito, con i titoli governativi, pur cari, a svolgere una funzione di protezione del portafoglio. Le valutazioni azionarie non sono particolarmente attraenti, ma con tassi d’interesse così bassi per ancora lungo tempo, le alternative sono altrettanto poco seducenti. A livello settoriale in Europa, in ottica contrarian/value, auto e banche presentano valutazioni particolarmente basse sia se confrontate con gli altri comparti, sia rapportate al proprio passato. Al momento lo sconto rispetto alle valutazioni di medio termine dei due settori è quantificabile a livello globale nell’ordine del 10-15%, fino ad arrivare al 20% per le auto europee. Nel caso l’economia uscisse dalla fase di attuale rallentamento, questa scelta potrebbe diventare paradossalmente difensiva, anche in virtù di un possibile riposiziona-mento degli operatori con conseguente rotazione settoriale.

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