Orient Express

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Il recente dato di crescita cinese, combinato con una gestione ottimale dell’epidemia, conferma che l’area asiatica ha imparato prima e meglio a convivere con il virus, mentre l’Occidente affida le proprie speranze di una ripresa duratura all’arrivo del vaccino

Nelle ultime settimane è sempre più evidente la cesura creata dal coronavirus fra Oriente e Oc­cidente. L’area asiatica, contrariamente ad Europa e Stati Uniti, registra una crescita dei contagi molto contenuta in quasi tutti i Paesi, fatte salve la rilevan­te eccezione indiana e il caso malese, ed è finora riuscita a stroncare sul nascere il pericolo di una seconda ondata, come pure gli annessi provvedi­menti di chiusura a cui stiamo assistendo nel nostro continente. Ciò ha preservato il processo di ritorno alla normalità delle economie, come confermato da due dati cinesi in particolare, pubblicati solo pochi giorni fa: in primo luogo l’economia è cresciuta nel terzo trimestre, “anno su anno” (terzo trimestre con­frontato con il terzo del 2019), del 4,9% e rispetto a fine 2019 per la prima volta è tornata sopra la linea di galleggiamento (+0,7%); inoltre, sebbene non sia disponibile ancora lo spaccato fra le diverse componenti del prodotto interno lordo, la conco­mitante pubblicazione delle vendite al dettaglio ha rassicurato sull’andamento dei consumi, in progres­so a settembre del 3,3%, oltre il doppio di quanto atteso dagli analisti.

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Il discorso riguarda, pur con limitati distinguo, più in generale la regione asiatica: l’assenza, per il momento, di focolai significativi e di misure più o meno severe di chiusura economica, conforta sulla prosecuzione del recupero nei prossimi mesi.

I ragionamenti appena condotti sul piano econo­mico hanno ovviamente delle ricadute anche in ambito finanziario. A titolo di esempio, le attese per l’indice cinese CSI300 (Shanghai Shenzen) sono per una compressione degli utili molto misurata nell’anno in corso (-3% circa) e un rimbalzo piutto­sto significativo nel 2021 (+13%). Proprio la stabilità del quadro attuale dei contagi riduce, rispetto ad altre aree, i rischi legati a queste attese, in partico­lare per quelle riguardanti la parte finale dell’anno e il primo trimestre del 2021, offrendo quindi buone opportunità in prospettiva, soprattutto per le società meno dipendenti dalla domanda globale.

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Un ultimo punto, questa volta d’attenzione, sul tema asiatico riguarda le imminenti elezioni presidenziali americane, a causa dei possibili risvolti sui futuri rapporti fra USA e Cina. È bene tenere presente anche questo aspetto, perché potrebbe determina­re un regime di volatilità maggiore nel breve termine in funzione dell’esito elettorale.