Caro Babbo Natale …

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La rapida ripresa dalla peggior recessione della storia moderna ha perso vigore a causa delle nuove ondate di Covid-19 che hanno investito Europa e Stati Uniti. Un certo rallentamento era fisiologico e prevedibile: non era affatto probabile che l’eccezionale crescita del terzo trimestre potesse mantenersi tale. Per mesi gli epidemiologi ci hanno messo in guardia sulla possibile accelerazione della pandemia causata dalle temperature più rigide, che inducono a stare in luoghi chiusi.

È esattamente quello che sta succedendo. I decessi per Covid-19 in Europa e negli USA hanno superato i picchi di marzo e aprile. E malgrado l’ottimismo alimentato daivaccini, la somministrazione di questi ultimi potrebbe non essere sufficientemente rapida da prevenire un aumento della mortalità per lo meno in gennaio (la situazione varia da Paese a Paese).

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Che cosa è cambiato rispetto ai mesi scorsi? Durante la stagione estiva molti Paesi sono riusciti a gestire la pandemia pur allentando le restrizioni. Ma l’ondata di Covid-19 attualmente in corso è tanto potente da mettere in seria difficoltà il sistema ospedaliero. La capacità delle terapie intensive rischia di essere insufficiente per le esigenze di ricovero in molte parti del vecchio e del nuovo continente, e per il momento alcuni governi, aziende e consumatori devono adeguarsi alla situazione. L’impatto economico è già evidente nei dati USA ad alta frequenza.

E’ rilevante evidenziare che riteniamo altamente improbabile un crollo della crescita come quello di marzo e aprile. Abbiamo imparato molto sul coronavirus, sappiamo come conviverci e come affrontarlo. Le economie colpite dalla pandemia sono comunque in fase espansiva, anche se non ai livelli pre-Covid. Tuttavia i cambiamenti comportamentali e le restrizioni imposte dai governi potrebbero comportare un nuovo temporaneo indebolimento del momentum economico.

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Agli investitori raccomandiamo di mantenere un focus strategico sul medio termine. La Covid-19 potrebbe dominare la scena anche durante le prossime festività, ma le previsioni economiche dovrebbero migliorare con l’avanzare del 2021. Ci attende un Natale mesto dal punto di vista umano, che potrebbe però portare nuovi stimoli governativi. E per il nuovo anno ci auguriamo che un potente mix di stimoli, vaccini e domanda repressa possa risollevare gli animi degli investitori.

La settimana prossima

Ci attende una delle ultime settimane di importanti aggiornamenti economici del 2020. Il calendario è fitto, con dati in uscita ogni giorno.

In Asia, martedì saranno pubblicate le statistiche sulle vendite al dettaglio cinesi e sulle immobilizzazioni di novembre, che dovrebbero confermare l’accelerazione dell’economia in più rapida ripresa a livello mondiale. Con riferimento al Giappone, conosceremo i risultati del sondaggio sulla fiducia del settore manifatturiero nel quarto trimestre 2020 (lunedì), i dati sulle esportazioni di novembre (martedì) e l’andamento dell’inflazione in novembre (venerdì). Alla riunione di venerdì la Bank of Japan manterrà probabilmente l’attuale linea accomodante.

In Europa, le trattative sulla Brexit dovrebbero proseguire nel quadro del rallentamento dei PMI britannici dei settori manifatturiero e dei servizi (mercoledì). Gli investitori tedeschi  saranno ansiosi di sapere se l’aumento dei contagi e le nuove restrizioni decise dall’esecutivo in dicembre hanno compromesso il settore manifatturiero (mercoledì) e la fiducia delle imprese (sondaggio Ifo, venerdì).

I dati più corposi giungeranno tuttavia dagli Stati Uniti. In generale, gli investitori prevedono una decelerazione di diversi indicatori, fra cui quelli relativi a produzione industriale (martedì), vendite al dettaglio e fiducia dei costruttori del settore residenziale (mercoledì), permessi di costruzione (giovedì) e indicatori anticipatori (venerdì). I funzionari della Federal Reserve potrebbero tenere conto di tali sviluppi e della necessità di maggiori stimoli fiscali nella riunione di mercoledì. Anche i membri del Congresso concordano sull’esigenza di ulteriori sostegni economici, ma le tempistiche e le dimensioni dell’atteso pacchetto di misure sono ancora al vaglio degli esperti.

Dal punto di vista dei fattori tecnici

Il pessimismo ha lasciato il posto a una situazione di ipercomprato tattico dopo l’eccezionale rally del mese scorso, il migliore dell’S&P 500 dal 1928. Le azioni potrebbero quindi andare incontro a un breve periodo di tranquillità. Monitoriamo l’indice della volatilità VIX (barometro del costo della protezione contro i sell-off del mercato) in cerca di segnali di compiacenza. Rispetto al +40 di ottobre l’indice è arretrato a circa 20 e ricordiamo che un valore attorno a 15-20 potrebbe segnalare vulnerabilità.

In termini di posizionamento tematico, confermiamo la nostra tesi di lungo periodo sulla reflazione economica e finanziaria. I rendimenti dei titoli governativi continuano ad aumentare e gli investimenti azionari stanno ruotando verso i settori ciclici e value. Crediamo che questi trend potrebbero consolidarsi nel 2021, mettendo sotto pressione gli asset con duration lunga e modificando la performance azionaria a livello settoriale.