‘La Voce dei Giornalisti’ di Peppino Gallizzi decolla oggi ufficialmente

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‘La Voce dei Giornalisti’: online il nuovo quotidiano

Dopo un primo rodaggio, nasce ufficialmente oggi ‘La Voce dei Giornalisti’, nuovo quotidiano online dedicato al mondo del giornalismo, nei suoi diversi aspetti, dall’ordine al sindacato, dalla Fnsi alle associazioni territoriali ai singoli comitati di redazione.

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Giuseppe Gallizzi direttore responsabile

Direttore responsabile è Giuseppe Gallizzi, ex caporedattore centrale del Corriere della Sera, che tutti noi abbiamo conosciuto nei lunghi anni in cui si è occupato del Circolo della Stampa in qualità di presidente. “Abbiamo deciso, dopo una fase di rodaggio, di ufficializzare la nascita de ‘La Voce dei Giornalisti’ nel giorno della Festa della Repubblica – ha spiegato Gallizzi – perché questa iniziativa vuole anche essere un segnale di democrazia e di esaltazione della libertà di stampa. Vogliamo portare in primo piano le problematiche di tutti i giornalisti e della professione. Un faro puntato sul mondo dell’informazione e della comunicazione”.

‘La Voce dei Giornalisti’

Il quotidiano online di Peppino Gallizzi era ai blocchi di partenza già da un anno, e in questi mesi di rodaggio i lettori dei primi numeri hanno potuto subito sperimentare la passione con la quale direttore e collaboratori hanno affrontato temi di particolare interesse ed attualità, dai commenti all’operato dell’Ordine dei Giornalisti Nazionale, ai successi delle aziende italiane al Vinitaly.

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Vorrei sottolineare alcune delle parole che Peppino ha voluto dedicare al giornalista Walter Tobagi, in occasione del quarantaduesimo anniversario della morte, il 28 maggio. Quando Walter fu ucciso barbaramente nel 1980 dalle Brigate rosse vicino alla sua abitazione in via Solaino, a Milano, aveva solo 33 anni, era sposato e padre di due figli. Parole che sottoscrivo pienamente nel ricordo di Walter, che negli anni ’60 era stato mio compagno di classe al Liceo classico Parini di Milano. Avrei dovuto incontrarlo ancora pochi giorni dopo l’assassinio: la sorte non ha voluto così.

Nella foto Walter Tobagi (il secondo da destra) con Giuseppe Gallizzi, Elio Vittorini, Maurizio Andriolo, Andriana Mulassano e Mino Durand durante una votazione per il rinnovo del Cdr del Corriere della Sera

All’epoca Tobagi era una delle firme emergenti del Corriere della Sera nonché presidente dell’Associazione lombarda dei giornalisti. “Conobbi Tobagi negli Anni Sessanta” ricordava Peppino Gallizzi su ‘La Voce dei Giornalisti’ pochi giorni fa “quando, ancora giovanissimo, venne a Sesto San Giovanni (Milano) nella redazione del settimanale “Il Nuovo Informatore” di via Fratelli Bandiera”.

E aggiungeva “Era un ragazzino simpatico, disponibile, bravo e cordiale. Poi, molti anni dopo, ci incontrammo di nuovo al Corriere della Sera riprendendo un rapporto di amicizia vero e ricambiato. Tanti ricordi, tanti aneddoti, tanti progetti. E la comune passione per il sindacato dei giornalisti. Con Giorgio Santerini e altri 11 colleghi fondammo Stampa Democratica. Walter Tobagi, inviato per le cronache della Politica, spesso la sera, prima di lasciare il giornale, veniva a trovarmi nella mitica “Redazione Lombardia” al piano terra dell’edificio di via Solferino. L’ultima volta, prima di venire assassinato, Walter aveva espresso timori per la sua incolumità”.

(Nella foto: Walter Tobagi, il primo a sinistra)

Cito ancora questo commento di Peppino Gallizzi: “… per lui, Walter, la vita di un cronista era la “verità”. Senza l’urgenza della verità non valeva la pena di essere vissuta. Del ragazzo, Walter Tobagi, aveva anche  l’idealismo. Sognava un mondo migliore, più equo. Forse in tutto questo c’era un’istanza spirituale che lo portava persino a tributare un granello di ragione ai brigatisti, a comprendere una parte di quelle richieste che esprimevano con un linguaggio confuso e con metodi criminali. La prospettiva di Tobagi era diversa. Era quella del cristiano nutrito di una solida cultura  e di una bontà d’animo che gli valevano il rispetto di tutti quelli che lo avvicinavano”.

Si proprio questo era il Walter Tobagi del Liceo Parini