Le banche etiche si confermano più solide e redditizie

di redazione - redazione@lamiafinanza-green.it -

Presentata la nuova edizione del rapporto Global alliance for banking on values, dedicato alle aziende di credito che mettono al centro la sostenibilità

Più vicine all’economia reale, più solide dal punto di vista patrimoniale, e più redditizie. La nuova edizione del report dedicato dalla Gabv, Global alliance for banking on value, alle banche “etiche” conferma la loro capacità di fare meglio, sotto ogni profilo, delle “big banks”.

Sono aziende di credito che mettono la sostenibilità al centro della loro attività o, secondo la bella definizione della stesa Gabv, banche per cui “le persone vengono prima del profitto”.

La Gabv è un network internazionale che riunisce 27 banche sostenibili di tutto il mondo (tra cui l’italiana Banca etica) con 20 milioni di clienti e circa 100 miliardi di dollari di asset. La ricerca Profit & Positive Impact in Sustainability-focused Banking è stata presentata ieri, nell’ambito della giornata globale per la promozione della finanza etica, una mobilitazione sui social network che ha coinvolto dipendenti, soci e clienti delle banche sostenibili.

I dati confermano sostanzialmente i dati della precedente edizione. A cominciare dal maggior legame delle banche etiche con l’economia reale, come dimostra, spiegano gli autori del report, la percentuale degli attivi destinati ai finanziamenti, che nel 2014 è stato pari al 75,2% (in lieve calo rispetto al 76,2% del 2013) contro appena il 39,6% delle “big” (anche questo dato in calo dal 40,5% dell’anno precedente).

Nel quinquennio 2009-2013, inoltre, le banche sostenibili hanno registrato in media una crescita degli impieghi del 12,2% (era il 13,2% nei cinque anni precedenti): oltre il doppio rispetto al 5,4% delle banche di sistema.

Le banche sostenibili, poi, finanziano la loro attività essenzialmente con i depositi dei clienti (e non con attività rischiose) come dimostra il rapporto depositi / attivi totali, che è del 78% contro il 49% delle grandi banche.

Anche sul fronte della capitalizzazione, e quindi della solidità finanziaria, le banche etiche si mostrano più forti. Il rapporto capitale / attivi totali nel loro caso è del 7,9%, contro il 6,9% delle big. Tra il 2010 e il 2014 inoltre hanno registrato una crescita del capitale sociale dell’11,8% contro il 3,5% delle grandi banche.

Tutto questo non significa una minore redditività. Nel quinquennio 2010-2014 il Roe (return on equity) è stato, in media, del 7,9%, contro il 7,7% delle grandi banche; nei dieci anni è stata dell’8,4%, appena inferiore all’8,6% delle grandi.

Perché allora le banche non adottano tutte questo modello? chiede il rapporto. Le risposte, spiega, sono numerose: dall’inerzia e dalla mancanza di coraggio dei manager e degli azionisti alla limitata conoscenza di dati come questi.

“Essere una banca basata sui valori”, commenta Marcos Eguigueren, direttore esecutivo della Gabv, “significa molto di più che essere semplicemente attenti alla responsabilità sociale di impresa o fare della carità di tanto in tanto. Si tratta invece di abbracciare un modello strategico di attività bancaria che persegue i profitti in un’ottica di lungo periodo. Nel nostro modello i profitti non sono un obiettivo di per sé, ma il risultato del sostegno alla crescita dell’economia reale e delle comunità in cui il benessere e la salute sono diffuse”.