Milano chiude in rosso. A picco Ferrari, pesanti le banche

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Il Ftse Mib termina in calo dell’1,6%. Tra i peggiori Popolare Milano, Exor, Stm e Telecom

Pessimo inizio d’anno per piazza Affari e, in generale, per le borse. La prima settimana si conclude con un altro calo del Ftse Mib (meno 1,58%), e con un bilancio di quattro ribassi e un solo rialzo. Male anche i listini europei, con Parigi e Francoforte giù di circa un punto internazionale, mentre Londra termina di poco sotto la parità. E debole New York, che mentre l’Europa chiude la seduta, viaggia intorno ai livelli di ieri. In dicembre negli Usa i nuovi posti di lavoro, nei settori non agricoli, sono aumentati di 292 mila unità, molto al di sopra delle attese, che indicavano circa 200 mila posti.

La giornata era partita bene, dopo i rialzi segnati dalle borse cinesi, che hanno accolto con favore la decisione delle autorità di abbandonare il meccanismo di blocco automatico degli scambi. Nel pomeriggio però è arrivato il cambio di direzione, favorito dai cali delle materie prime e del petrolio in particolare, che ha annullato i recuperi segnati sui mercati asiatici. 

L’Europa poi ha dovuto fare i conti con la frenata della produzione e del commercio estero della Germania e con il calo della produzione industriale in Francia. 

In recupero l’euro che dopo essere sceso a 1,0803, è risalito a 1,0910. Stabile lo spread Btp-Bund, intorno a 101 punti base.

Mercati obbligazionari europei in rialzo. Il rendimento del BTP decennale rispetto alla chiusura precedente cede 3 bp all’1,52%, anche quello del Bund scende di 3 bp allo 0,51%. Lo spread è stabile a 101 bp (fonte: MTS).

In piazza Affari va a picco Ferrari, che con un ribasso del 6%, scende a circa 40,5 euro, contro i tre euro del debutto di lunedì scorso. Malissimo anche Fiat Chrysler, giù del 4,1%. Tra gli industriali, vendite su Stm (meno 4,45%).

Particolarmente penalizzati poi i bancari: crolla Popolare Milano, giù del 4,9%, ma anche Banco Popolare (meno 4,1%) e Ubi (meno 2,85%).

Cali intorno al 3% anche per Telecom Italia, Prysmian ed Eni.