Massimale contributivo anche per i lavoratori pubblici

di Walter Quattrocchi -
- Advertising -

Esteso agli iscritti ex Inpdap il tetto alla retribuzione oltre il quale non sono dovuti i versamenti

L’Inps estende il massimale contributivo anche ai lavoratori pubblici.

- Advertising -

Si tratta dei lavoratori che hanno cominciato a versare i contributi previdenziali dal 1° gennaio 1996, data in cui è entrato in vigore il metodo contributivo introdotto dalla riforma Dini.

Fino ad oggi il massimale contributivo, vale a dire il limite della retribuzione imponibile ai fini previdenziali oltre la quale non bisogna versare contributi (pari nel 2016 a 100.324 euro), è stato riservato solo ai lavoratori del settore privato che hanno cominciato a versare all’Inps dal 1° gennaio 1996.

- Advertising -

Ora, dopo quattro anni dall’unificazione dell’Inps e dell’Inpdap, l’Istituto chiarisce che il massimale contributivo è applicabile anche ai lavoratori della gestione pubblica ex Inpdap.

Le amministrazioni pubbliche che hanno versato oltre il massimale dal 1996 in favore dei lavoratori della gestione pubblica avranno diritto al rimborso per aver versato una contribuzione previdenziale maggiore del dovuto, ma nei limiti della prescrizione decennale.

Tuttavia, ricorda l’istituto, i lavoratori che hanno iniziato a versare i contributi previdenziali dal 1996, nel caso presentino domanda di riscatto o accredito figurativo (servizio militare, congedo per maternità) non saranno soggetti all’applicazione del massimale contributivo a partire dal mese successivo a quello di presentazione della relativa domanda.

Basterà il pagamento di almeno una rata per essere considerati come un “vecchio iscritto” cioè come un iscritto ante 1° gennaio 1996 (prima dell’entrata in vigore del metodo contributivo).

Tale interpretazione introdotta dall’Inps nel 2009 è stata ribadita dalla legge di Stabilità 2016.