Investimenti: in arrivo il nuovo arbitro della Consob

di Rosaria Barrile -
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Il modello è quella già testato con successo dell’Abf per le controversie con le banche. Chi offre prodotti finanziari ai risparmiatori dovrà aderire obbligatoriamente

Dopo la chiusura della consultazione pubblica, durata circa un mese, la Consob ha approvato il regolamento del nuovo Arbitro per le controversie finanziarie – Acf (delibera n. 19602 del 4 maggio 2016), che dopo l’estate andrà a sostituire la Camera di conciliazione e arbitrato.

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L’obiettivo era quello di offrire un modello simile al già testato Arbitro bancario finanziario (che non interviene mai su questioni relative agli investimenti) per le controversie tra investitori e promotori o consulenti finanziari. Potranno infatti essere sottoposte all’Arbitro tutte le questioni relative alla violazione degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza cui sono tenuti gli intermediari nei loro rapporti con gli investitori nella prestazione dei servizi di investimento e di gestione collettiva del risparmio.

Il funzionamento del nuovo organismo, vigilato dalla Commissione nazionale per le società e la Borsa, prevede l’adesione obbligatoria dell’intermediario, l’accesso al sistema del tutto gratuito per l’investitore, e un termine di 90 giorni per la definizione dell’esito della controversia.

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In pratica gli intermediari sono obbligati ad aderire al sistema. Tra questi, non vi sono solo quelli tradizionali della promozione finanziaria, ma anche altri assimilabili come Poste Italiane (per la divisione Banco Posta), le società di consulenza finanziaria e i consulenti finanziari, i gestori di portali di equity crowdfunding e le assicurazioni (ma solo per quanto attiene ai prodotti finanziari da queste collocati). In caso di rifiuto dell’intermediario o della controparte, potranno essere irrogate sanzioni molto gravi.

Il regolamento ha un introdotto un ‘massimale’ alle richieste di denaro di cui l’organismo potrà farsi carico, con un limite di mezzo milione di euro (mentre l’Arbitro bancario-finanziario si ferma a 100 mila euro).

Quanto alla composizione, si prevede un consiglio a cinque membri (tre di nomina Consob, gli altri dalle associazioni di categoria), con mandato quinquennale per il presidente e triennale per gli altri.

I ricorsi potranno essere trasmessi solo attraverso il web e per gli investitori è garantita la gratuità grazie al fondo da 250 mila euro istituito all’interno della legge di Stabilità durante la discussione parlamentare. La decisione dell’Arbitro, però, non è vincolante per il risparmiatore, che può in ogni caso ricorrere all’autorità giudiziaria.

Il progetto di un organismo più efficiente rispetto alla precedente Camera di conciliazione e arbitrato (istituita nel 2007) era d’altronde già in cantiere. Un documento pubblicato dalla Consob nel gennaio 2014 e meglio noto come “Carta degli investitori” dedicava una apposita sezione alla riforma dell’organismo esistente, che non aveva avuto molta efficacia.

Il vecchio organismo, a differenza dell’Arbitro, si fondava infatti sulla partecipazione volontaria degli intermediari e proprio per questo motivo aveva prodotto solo un numero molto basso di conciliazioni, concluse peraltro con esito favorevole per i risparmiatori.