La Brexit spaventa Asia ed Europa

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Listini in calo in Giappone e Cina, e apertura di nuovo in rosso da Milano a Parigi e Francoforte. Si vendono le azioni, si comprano beni rifugio

Apertura in ribasso, nella prima seduta della settimana, per le borse europee, dopo che Tokyo ha chiuso con un calo del 3,5%, e sono in rosso anche le borse cinesi, sia Hong Kong, sia le continentali Shenzhen e Shanghai.

A Milano i primi scambi vedono il Ftse Mib in calo dell’1,5-1,6%, con le banche in forte ribasso.
Banca Mps, Popolare Emilia Romagna, Banca Mediolanum guidano i ribassi, ma anche Saipem è nella pattuglia dei titoli peggiori, con un calo di oltre il 4%.

Il petrolio è di nuovo in calo: dopo aver toccato un massimo a 52 dollari al barile la settimana scorsa, è tornato a scendere sotto la soglia dei 50, con il Wti intorno a 48 dollari e il Bren a 49,8.

L’indebolimento dei mercati e la volatilità hanno come prima causa la prospettiva che, al referendum del 23 giugno, al quale mancano dunque dieci giorni esatti, prevalgano i voti favorevoli alla Brexit, all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. E mentre la Germania, per bocca del ministro delle Finanze Schäuble avverte che in caso di Brexit, il Regno Unito sarebbe fuori dal mercato unico e non potrebbe contare su accordi come quelli adottati con Norvegia e Svizzera, la sterlina precipita ai minimi da un mese e mezzo, a circa 1,416 dollari. Secondo gli analisti, l’uscita del Regno Unito spingerebbe la valuta britannica ai minimi da 30 anni.

Una prova ulteriore della instabilità dei mercati è la forza dell’oro, il più tipico dei beni rifugio: il prezzo è salito a 1,278,5 dollari, con un apprezzamento del 20% rispetto all’inizio dell’anno.