Milano chiude a più 2,2%, ma crollano i finanziari

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Forti ribassi per Unipol e UnipolSai e per le banche popolari. In verde Telecom, Eni e Tenaris

L’indice Ftse Mib archivia il secondo progresso consecutivo, dopo i forti cali seguiti all’esito del referendum britannico, con un rialzo del 2,21%. Positive anche le altre borse europee, e in particolare Londra, su del 2,9%, mentre Parigi ha segnato un progresso del 2,35% e Francoforte dell’1,35%.

A trainare piazza Affari sono state le performance di alcune blue chip, in particolare del settore energetico e utility, ma gran parte dei finanziari finiscono in forte ribasso. A innescare le vendite hanno contribuito le parole della cancelliera tedesca Angela Merkel, contraria all’ipotesi che l’Italia chieda una deroga all’applicazione del bail-in (ovvero al coinvolgimento, in ultima istanza, anche dei depositanti in caso di insolvenza delle banche): secondo la Merkel non è possibile cambiare regole scritte appena due anni fa. Il presidente del consiglio Matteo Renzi ha replicato togliendo l’argomento della revisione delle regole dall’ordine del giorno della discussione odierna.  

Il tema delle banche resta comunque di bruciante attualità. In attesa di una risposta, a farne le spese sono state oggi, in piazza Affari, soprattutto le banche popolari. Sono crollate le quotazioni di Popolare Emilia Romagna (meno 5,45%), Ubi Banca (meno 5,23%), Popolare Milano (meno 3,38%) e Banco Popolare (meno 3,24%). Pesante anche Banca Mps (meno 2,87%). Tra i finanziari in rosso anche Unipol (meno 4,62%) e UnipolSai (meno 4%).

Ottima seduta invece per Telecom Italia (più 5,98%) e per il comparto energetico con Eni (più 4,69%) e Tenaris (più 5,16%), grazie anche al recupero del prezzo del greggio. Il mercato ha premiato inoltre Snam (più 4,76%), che ha annunciato lo scorporo di Italgas e la creazione di una newco da quotare in Borsa entro la fine dell’anno, ed Enel (più 4,22%).