Tassi, Fed più prudente dopo Brexit

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La stretta sul costo del denaro si allontana: “Meglio aspettare” aveva detto Yellen prima del voto inglese e in effetti le turbolenze sono realtà

I mercati ieri sera aspettavano di conoscere le “minute” del comitato Fomc della Fed americana relative alla seduta del 14 e 15 giugno scorsi per cercare di “leggere” tra le righe del documento qualche indicazione sul futuro dei tassi Usa.
Le minute rese note li hanno accontentati: il rialzo dei tassi nell’area del dollaro appare tutt’altro che imminente, forse la banca centrale statunitense non si muoverà neppure a luglio.

La prudenza continua a guidare la numero uno Janet Yellen con il sostegno dalla maggioranza dei membri del FOMC, il comitato di politica monetaria della Federal Reserve.

Per la Fed è stato prudente aspettare altri dati sull’andamento del mercato del lavoro e il risultato del voto sul referendum sulla Brexit, avvenuto il 23 giugno, prima di decidere se alzare i tassi.
Proprio sulla Brexit, nella riunione di metà giugno, molti partecipanti dissero che avrebbe potuto creare “turbolenze sui mercati” se il voto, come poi è successo, avesse portato la Gran Bretagna all’uscita dall’Europa.

La prudenza è stata dunque opportuna e probabilmente guiderà ancora le decisioni della banca centrale anche per la presenza di un altro fattore di rischio, questa volta “interno”: la ripresa incerta dell’economia americana. E i dati macro sul Pil del secondo trimestre verranno pubblicati a fine luglio.