Grecia, via agli aiuti. Fmi via dalla “troika”

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L’Eurogruppo di oggi sbloccherà 2,8 miliardi. Il Fondo resterebbe solo come advisor. La Germania dice no al taglio del debito

Nuova tranche di aiuti per la Grecia: 2,8 miliardi saranno sbloccati dall’Eurogruppo di oggi, dopo che Atene ha approvato le misure richieste dagli investitori istituzionali (la ex “troika”: Bce, Ue e Fmi) e che prevedevano tra l’altro la creazione del fondo per le privatizzazioni, nel quale confluirano le società municipalizzate di acqua ed energia. La tranche fa parte del terzo piano di sostegno da 86 miliardi di euro.

Il piano di pesante austerità imposto alla Grecia in cambio degli aiuti sta costando molto caso, sul piano sociale, al paese. E il premier Alexis Tsipras spera di convincere i creditori a concedere finalmente un taglio del debito. Una richiesta che continua a trovare la netta ostilità della Germania, alle prese con le elezioni dell’anno prossimo: e in chiave elettorale concessioni alla Grecia sarebbero una pessima mossa. Il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble ha ricordato che Atene non pagherà interessi sul suo debito per molti anni grazie alle concessioni dei creditori.

In questo quadro, Tsipras rischia di perdere il sostegno del Fmi, finora il più convinto della necessità del taglio. “La Grecia ha bisogno urgente di altre riforme, a cominciare dalla messa in sicurezza del sistema pensionistico”, ha ribadito il numero uno del Fmi per l’Europa, Paul Thomsen. “Ma per rendere il piano di salvataggio sostenibile è necessario che l’Europa dia un taglio consistente alla sua esposizione”.

Il fatto è che il Fondo monetario starebbe per chiamarsi fuori dal piano di salvataggio, mantenendo solo una presenza formale, con un ruolo di advisor, nelle trattative, ma senza erogare più alcun contributo. 

Intanto l’economia della Grecia, sparita dalle cronache economiche in coincidenza con la Brexit, è ben lontana da essersi rimessa in salute. E’ vero che il Pil è previsto in rialzo del 2,8% nel 2017, ma il paese fa i conti con un livello altissimo di disoccupazione, il 24%, che balza a quasi il 50% per i giovani sotto i 25 anni. Il potere d’acquisto dei cittadini è crollato del 30% e il debito pesa per il 176% del Pil.