Mps: la Bce vuole un aumento da 8,8 miliardi
Dopo l’intervento dello Stato, Francoforte detta nuove condizioni. La spesa, per i conti pubblici sale a 4,5 miliardi
Nuovo colpo di scena nella vicenda dell’aumento di capitale di Banca Mps. Con una lettera inviata al ministero del Tesoro, la Banca Centrale Europea ha innalzato di 3,3 miliardi la cifra necessaria per l’operazione: non più 5,5 miliardi, come richiesto dalla stessa Bce la scorso 23 novembre, ma 8,8 miliardi è la somma che Siena deve raccogliere per rafforzare i requisiti patrimoniali.
Dopo che il ricorso al mercato è fallito, sarà ora lo Stato a mettere mano al portafoglio per finanziare gran parte della somma. Proprio per questo era stato varato un provvedimento d’urgenza, una delle prime mosse del nuovo Governo Gentiloni, con cui sono stati stanziati 20 miliardi di euro da destinare al salvataggio delle benche in difficoltà. A cominciare proprio da Mps.
Il conto per le casse pubbliche sarà però più salato; almeno 4,5 miliardi mentre gli altri 4,3 saranno a carico degli obbligazionisti (di questi, circa 2 miliardi saranno però rimborsabili, sempre dallo Stato, quando i titolari sono piccoli risparmiatori).
La cifra di 8,8 miliardi nasce dall’applicazione, da parte della Bce, delle stesse regole usate nel 2015 per le banche greche che il governo aveva deciso di nazionalizzare. Anche allora furono usati i parametri utilizzati degli stress test del 2014 (ai quali furono sottoposti i principali istituti europei), con un aggravio di “patrimonio regolamentare” ipotizzando “uno scenario avverso” dal 5,5% all’8%.
In una nota, Mps ha comunicato di aver “tempestivamente avviato le interlocuzioni con le autorità competenti al fine di comprendere le metodologie sottese ai calcoli effettuati dalla Bce e di dare corso alle misure di ricapitalizzazione precauzionale”.