Banche, non calano le sofferenze. In crescita i prestiti

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Secondo i dati dell’Abi i prestiti difficoltosi a fine 2016 sono arrivati a 86,9 miliardi

Non cala lo stock delle sofferenze nette delle banche italiane: alla fine del 2016, secondo i dati del rapporto mensile Abi, è arrivato a quota 86,9 miliardi, contro gli 85,2 miliardi di novembre. Rispetto al picco di novembre 2015, 89 miliardi, si registra tuttavia un calo di oltre il 2%.

Nel 2016 le sofferenze nette hanno toccato il minimo a febbraio, a 82,5 miliardi.

Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è risultato pari al 4,89% a dicembre 2016. Era il 4,91% a fine 2015, lo 0,86% prima dell’inizio della crisi, e il 4,80% a novembre scorso.

In calo, sempre secondo i dati dell’Abi, la raccolta totale da clientela, diminuita di circa 17,5 miliardi (-1%) su base annua. I depositi sono aumentati a fine gennaio 2017 di circa 49 miliardi rispetto a un anno prima (+3,7%). Ma prosegue il forte calo della raccolta a medio e lungo termine tramite obbligazioni; nei 12 mesi il calo è del 17,8%, e a dicembre la variazione è stata di meno 19,58%. In tutto, la raccolta bancaria da clientela residente è risultata pari a 1.665,9 miliardi di euro: prima dell’inizio della crisi – a fine 2007 – l’ammontare della raccolta bancaria era di circa 1.513 miliardi e quindi in dieci anni è cresciuta di 153,2 miliardi.

In crescita i prestiti a famiglie e imprese: +1,1% a gennaio. “L’ammontare totale dei mutui in essere delle famiglie ha registrato una variazione positiva di +1,9% rispetto a fine 2015 (quando già si manifestavano segnali di miglioramento)”, aggiunge l’Abi. A fine 2016 la dinamica dei prestiti alle imprese non finanziarie è risultata nulla. A novembre 2013 si era toccato il valore più negativo di sempre, con un -5,9%.