Equity Europa in rialzo e Equity USA in equilibrio

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I mercati azionari hanno chiuso la scorsa settimana in ordine sparso, con l’equity Europa al rialzo e quello americano all’equilibrio.

Anche se i volumi trattati erano abbastanza contenuti è proseguito il trend positivo sui mercati azionari dei paesi sviluppati, con l’Europa che – aiutata dal deprezzamento dell’euro – ha persino battuto i mercati americani.

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Il progetto di riforma fiscale, grande assente nel corso del primo anno di mandato di Donald Trump, è stato presentato mercoledì scorso e prevede un taglio dal 35% al 20% delle imposte a carico delle società, oltre a una riduzione del numero di scaglioni da 7 a 3 (12%, 25% et 35%). Tuttavia … nessuna roadmap è stata definita, finalizzata alla riduzione della spesa pubblica! Ad eccezione della soppressione di quasi tutte le nicchie fiscali, che consentirà certo di risparmiare ma sarà lungi dall’essere sufficiente, nessun altro finanziamento di questa riforma è stato ad oggi annunciato. Secondo la Tax Foundation (centro studi indipendente), i tagli alle imposte incrementerebbero di 5000 Md $ circa il disavanzo dello Stato federale. Sarà molto difficile riuscire a farlo accettare a una frangia di Repubblicani che non vogliono rinunciare all’equilibrio di bilancio.
Le discussioni si annunciano quindi molto serrate, all’interno della stessa maggioranza, tanto più che i margini di manovra sono risicati a seguito del nuovo insuccesso della riforma dell’Obamacare, degli ingenti danni dovuti al passaggio degli uragani e di un minor rimborso degli interessi sui titoli di Stato per via della riduzione del bilancio della Fed. Bisogna continuare a monitorare l’evoluzione di questa riforma il cui esito, giocoforza, impatterà i mercati azionari.

In Europa, le prime stime relative all’andamento dei prezzi al consumo nell’Eurozona a settembre sono state leggermente deludenti. I prezzi sono cresciuti dell’1,5% soltanto a un anno mobile contro una previsione all’1,6%. Queste statistiche potrebbero influenzare la comunicazione della Banca Centrale Europea durante la riunione del 26 ottobre prossimo. Tra l’altro, lo scorso week-end è stato anche caratterizzato dagli scontri in Catalogna benché l’argomento, di natura prettamente politica, non si presti a facili conclusioni per gli investitori.

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