Commento di State Street al meeting del FOMC

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A seguito del meeting del Federal Open Market Committee (FOMC) della FED, Lee Ferridge, responsabile Multi-Asset Strategy per le Americhe di State Street Global Markets, Sophia Ferguson, senior portfolio manager active fixed income and currency di State Street Global Advisors, e Antoine Lesné, responsabile strategia e ricerca EMEA di SPDR ETFs, hanno rilasciato i seguenti commenti:

Commento di Ferridge: “Come ampiamente atteso, il meeting del FOMC si è rivelato un non-evento, con le dichiarazioni che sono rimaste largamente invariate. Adesso il mercato stima che le probabilità di una mossa durante il prossimo meeting di giugno si attestino al 90%. Anche se ci sono state alcune speculazioni riguardo al fatto che la Federal Reserve (Fed) potesse utilizzare questo meeting per mandare un messaggio più aggressivo, aprendo così la strada per un dot aggiuntivo nel 2018, non riteniamo comunque che questa possa essere una probabilità realistica. Diversi elementi hanno influenzato la decisione della Fed di lasciare le proprie dichiarazioni invariate: la reazione della crescita alla riduzione delle imposte di fine 2017 che è stata leggermente deludente, la mancanza di segnali di un significativo aumento delle pressioni inflazionistiche e l’incertezza generata da una possibile guerra commerciale. Ci potrebbero anche essere dei timori legati alle recenti mosse di mercato, con le borse che, da inizio anno ad oggi, sono rimaste poco mosse, mentre i rendimenti dei Treasury USA hanno riportato un incremento significativo, alleggerendo il compito della Fed per quanto riguarda l’irrigidimento della politica monetaria”.

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Commento di Ferguson: “Come ampiamente atteso, il meeting ha evidenziato un tono neutrale nei confronti del percorso di politica monetaria e dell’outlook economico. Con l’inflazione core a un punto di svolta, la Fed ha riguadagnato fiducia sul fatto che la coesistenza di una disoccupazione ai minimi storici con l’inflazione al di sotto del target non perdurerà. I timori geopolitici, in particolare quelli legati al commercio, hanno incrementato marginalmente l’incertezza economica, ma le misure che devono essere prese dagli Stati Uniti e dai suoi partner commerciali non sono ancora sufficientemente definitive da riuscire a giustificare un cambiamento sostanziale dell’outlook. È’ necessario quindi portare ulteriore pazienza prima che la Fed si impegni pubblicamente ad apportare una qualsiasi modifica al percorso di politica monetaria previsto per quest’anno, lasciando ancora gli scambi sui mercati in balia di speculazioni e spinte incontrollate”.

Commento di Lesné: “Come previsto, il FOMC ha lasciato invariati i tassi di interesse, aprendo la porta a una possibile mossa nella prossima riunione di giugno. Se da un lato il Personal Consumption Expenditures (PCE) core ha raggiunto il 2,5 percento per via dell’effetto base, dall’altro i dati economici globali più deboli registrati nei mercati sviluppati e l’impatto dei timori geopolitici compromettono la situazione. Tuttavia, le retribuzioni orarie potrebbero potenzialmente far sì che il mercato continui a testare il rendimento del 3% sui Treasury decennali, incrementando anche le probabilità che ci siano quattro rialzi dei tassi nel 2018. Anche se questo meeting non si è rivelato l’occasione giusta per commentare questa possibilità, il rischio di un’inversione della curva dei rendimenti potrebbe aumentare. Dopotutto, la parte lunga della curva potrebbe iniziare ad attrarre gli investitori”.

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