Hermes IM: dazi USA-Cina, commento di Gary Greenberg

Gary Greenberg -
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L’aumento dei dazi annunciato oggi avrà un effetto moderato e, a nostro avviso, già scontato sull’economia e sul mercato cinese.

Ciò non significa che non si tratti comunque una mossa emblematica di una rivalità a lungo termine tra le due superpotenze o che gli Stati Uniti probabilmente non possano orientarsi nuovamente sulla posizione costruttiva che hanno mantenuto nei confronti della Cina durante questi ultimi due secoli. La Cina sta raggiungendo gli Stati Uniti in molti ambiti ed è percepita come una minaccia non solo da Trump, ma anche dai democratici.

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I cinesi non hanno ancora molti strumenti protezionistici con cui reagire, ma i dazi finiscono per ferire i consumatori di entrambi i Paesi. Quelli statunitensi dovranno subire l’aumento dei prezzi dei beni, l’inflazione indurrà la Fed a un atteggiamento meno accomodante e le prospettive per il 2020 per l’economia statunitense saranno meno positive se questa guerra commerciale dovesse intensificarsi ulteriormente, allontanando le possibilità di rielezione di Trump.

Secondo autorevoli economisti, l’aumento dei dazi avrà un impatto sul Pil cinese inferiore allo 0,4%. Si tratta di un brutto colpo, ma non di un knockout. L’economia cinese ha già iniziato a rivitalizzarsi in quanto il programma di “deleveraging” è stato interrotto, con alcuni lievi stimoli che iniziano ad avere effetto. Oggi i mercati cinesi hanno risposto positivamente, probabilmente per l’intervento del governo attraverso imprese di proprietà statale (Soe, state-owned enterprises), ma la scorsa settimana hanno accusato il colpo.

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Continuiamo a credere che alla fine si troverà un accordo, che l’economia cinese continuerà a crescere intorno al 6% quest’anno e che le attuali valutazioni delle azioni cinesi rappresentino buone opportunità di investimento a lungo termine per investitori attenti.


Gary Greenberg – Head of Global Emerging Markets – Hermes Investment Management