Tecnologia, demografia, ambiente, l’identikit dei nuovi vincitori

Mark van der Kroft -
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Alcuni temi di investimento non si esauriscono in un anno. Dopo aver analizzato i dati, ci siamo resi conto che, in termini di performance dei mercati azionari, negli anni ci sono stati molti più titoli perdenti che vincenti.

Questa forte asimmetria persisterà anche in futuro, essendo legata alla mutevole natura della nostra economia e della nostra società. Le recenti trasformazioni si riflettono in tre grandi megatrend: tecnologie rivoluzionarie, cambiamenti socio-demografici e necessità dell’uomo di preservare la Terra.

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La domanda di strategie basate sui trend è in crescita. Da un lato, c’è stato un fortissimo incremento delle richieste di investimenti passivi, che costano poco, sono facili da acquistare e non comportano il rischio di fare errori rispetto al benchmark. Dall’altro, però, si favoriscono soluzioni di investimento realmente attive, in grado di offrire quell’alpha che gli investitori stanno ancora cercando. Un altro driver è il potenziale del contesto di basso rendimento dei prossimi due anni, che rende ancora più importante l’alpha generato dal trends investing. Una sovraperformance del 4%, infatti, vale molto di più quando il mercato è piatto rispetto a quando è in rialzo del 20%. Gli investitori vogliono avere in portafoglio soluzioni capaci di fornire rendimenti extra, fondamentali in mercati caratterizzati da una resa ridotta.

La nostra peculiarità è la scelta di proporre una strategia di investimento davvero attiva, di lungo termine e orientata al futuro. Nel costruire un portafoglio non guardiamo al passato e non ci basiamo sul benchmark. Ci chiediamo quali settori e, in particolare, quali società saranno strutturalmente vincenti nei prossimi dieci anni, dopo i cambiamenti strutturali e le innovazioni dirompenti a cui assistiamo oggi. E, di conseguenza, quali società non faranno parte di quel futuro.

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Chi si dedica ai trend e all’investimento tematico deve soprattutto evitare i perdenti, ovvero società o settori che non intendono o non sanno adattarsi a un mondo in profonda trasformazione. Il risultato sono portafogli agnostici al benchmark, con rischio relativamente maggiore rispetto ai fondi tradizionali e più orientati al benchmark.

Consideriamo come lato negativo, invece, che i periodi caratterizzati da performance deludenti possono essere difficili anche se, secondo noi e come ci insegna la storia, in un orizzonte temporale di più lungo termine, le nostre strategie pagano.

È ovvio che negli ultimi tre anni abbiamo avuto il vento in poppa e che il nostro stile di investimento ha beneficiato di un contesto macroeconomico in cui la crescita era talmente scarsa da spingere i titoli growth sopra la media. In questo senso, non mi stupirebbe assistere a una battuta d’arresto nel breve termine, visto che nessuna crescita può mantenersi costante.

Ciononostante, siamo di fronte a una serie di trend secolari che, in futuro, cambieranno in modo sostanziale il nostro modo di operare e di vivere. La digitalizzazione consente nuovi stili di produzione e di consumo, e la maggiore consapevolezza della necessità di utilizzare le risorse naturali in modo più sostenibile contribuirà agli sforzi per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile formulati dalle Nazioni Unite. Le nostre strategie sono molto ben posizionate per catturare le rispettive opportunità di investimento.

In una prospettiva di più lungo termine, la popolarità di stili di investimento tematico attivi e high-conviction continuerà a crescere.


Mark van der Kroft – responsabile del team Trends & Thematic Investments – Robeco