Eventi senza precedenti

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Il 9 novembre 1989 cadeva il muro di Berlino ma anche un altro 9 novembre, quello del 2020, è destinato – sebbene per motivi diversi – a rimanere negli annali. Quel giorno, infatti, con l’annuncio dato dall’azienda farmaceutica PFIZER iniziava a sgretolarsi il “Muro del Covid”, per non dire il Muro di Pechino. I risultati molto promettenti per il vaccino, con un’efficacia nel 90% dei casi testati, lasciano intravedere la possibilità di una fine programmata dell’attuale pandemia.

Giocando come sempre d’anticipo il mercato si è logicamente innamorato di ciò che aveva fino ad allora odiato: i “titoli Covid”. Si è messo avidamente alla ricerca delle azioni che erano state maggiormente trascurate negli ultimi mesi, note come titoli “value” quali, ad esempio, le compagnie aeree o i centri commerciali, e ha iniziato a vendere i titoli più ricercati, detti “momentum”, rappresentati in particolare dalla tecnologia o la salute. Non era mai successo dal 2008 che il momentum sottoperformasse così tanto il mercato a favore del value: -15% in un solo giorno rispetto al mercato, cioè 11 volte la media delle variazioni giornaliere. Un evento statisticamente altrettanto improbabile di uno sbarco dei Marziani sulla Terra o del riconoscimento della sconfitta da parte di Trump.

Alla stregua della caduta del muro che annunciava una nuova era geopolitica,questa notizia bomba potrebbe segnare una svolta duratura sui mercati? Confermarlo sarebbe davvero un azzardo. Tuttavia, alcuni elementi sembrano andare in quella direzione. Da un lato, che sia quello della PFIZER o di altre case farmaceutiche, diversi vaccini dovrebbero essere presto disponibili, in particolare quello di una giovane start-up del Massachusetts, MODERNA, fondata da un francese. Almeno una, tra tutte queste promesse di vaccino, dovrebbe concretizzarsi. Dal canto loro, i russi e i cinesi affermano di essere già in possesso di un vaccino. Inoltre, il tasso di immunità – almeno provvisorio – cresce meccanicamente con il progredire del numero di persone infette e poi guarite. Possiamo quindi proiettarci tra qualche mese in un mondo in gran parte liberato da questo ceppo del Covid-19, un mondo che vorrà compensare il lockdown con un tripudio frenetico di uscite, viaggi, occasioni di socializzazione – e di lavoro? Come accadde per gli abitanti di Berlino Est durante i primi mesi di libertà ritrovata? Forse altri “Anni ruggenti” in vista.

Ahimè, per ora non c’è nulla di certo. Prima di tutto, il vaccino deve essere conservato a una temperatura estremamente bassa, il che ne complica la somministrazione, la rallenta e la rende più onerosa. Inoltre, non è detto che buona parte della popolazione voglia iniettarsi un prodotto che non ha ancora superato la prova del tempo. Le reticenze di alcuni sono comprensibili, tra l’altro dei meno fragili, in teoria. Infatti, non è mai stata realizzata una campagna vaccinale su così vasta scala, per un prodotto così complesso da gestire e così recente. Anche in questo caso, siamo di fronte a una situazione del tutto inedita.

Inoltre, nessuno può essere sicuro dell’efficacia di questo possibile vaccino a lungo termine, né contro il ceppo attuale né contro le possibili mutazioni del virus. Se l’attuale Covid mutasse come l’influenza stagionale, richiedendo nuove campagne di vaccinazione regolari, la situazione non si sbloccherebbe per molto tempo ancora.

Tuttavia, l’equilibrio del mercato sembra aver registrato un cambiamento fondamentale. Graduale, ancorché con qualche incertezza, ma inarrestabile nei prossimi mesi anche se questo non significa che i titoli che abbiamo finora ricercato saranno i prossimi a essere trascurati. La rivoluzione digitale è in atto e non si capisce cosa potrebbe fermarla. La salute rimarrà sempre una priorità, soprattutto in un mondo che invecchia. E i titoli legati alla sfida climatica sono una risposta a un’emergenza che durerà per anni, o addirittura decenni. Semplicemente, il mercato potrebbe essere meno sbilanciato nelle sue scelte di quanto non abbia fatto negli ultimi mesi o anni. A meno che, naturalmente, non compaia un nuovo “cigno nero”, altrettanto difficile da immaginare di quello attuale. Ma in quel caso, il mercato e la società – proprio come i virus – si adatteranno nuovamente e dopo mille tentativi troveranno una via d’uscita vittoriosa, come è successo anche questa volta, il 9 novembre 2020, nel trentunesimo anniversario del giorno più importante della storia contemporanea.