La fine del “reflation trade” e il ritorno della volatilità

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Il risultato delle elezioni americane è ancora incerto, ma l’investimento a favore di uno scenario di vittoria di Biden e conseguente reflazione, il c.d. Biden Reflation Trade, che era stato sempre più prezzato dai mercati, sta già iniziando a raffreddarsi mentre gli investitori rivalutano il rischio.

I mercati erano pronti per una vittoria decisiva di Biden e dei Democratici. Molti investitori avevano posizioni lunghe sulle commodities, corte sul dollaro USA e sui Treasury, nella speranza che un maggiore stimolo fiscale sotto una presidenza e un congresso in controllo Democratico avrebbe alimentato la crescita e la reflazione.

Ma ancora una volta sembra che i sondaggi abbiano sbagliato, e che il mercato si sia montato la testa. Una vittoria prepotente di Biden è ormai fuori questione. La campagna aggressiva di Trump sembra essere stata certamente sottovalutata dalla maggior parte dei commentatori del mercato. Se nessuno dei due partiti vince in modo decisivo, la prospettiva di far passare efficacemente un ampio stimolo fiscale diventa più difficile con un governo diviso e una maggioranza risicata. A questo punto, una vittoria marginale di Biden sembrerebbe essere il peggior risultato per gli asset di rischio – anche se registrerebbero un rimbalzo iniziale – in quanto significherebbe probabilmente ritardi prolungati nel far passare gli stimoli fiscali insieme ad un aumento delle tasse sulle imprese e sugli individui più facoltosi.

In questo quadro di incertezza, il dollaro USA si è rafforzato e i Treasury statunitensi hanno visto rialzi. Con il crollo dei rendimenti obbligazionari, i mercati sono fuggiti ancora una volta verso l’elevato potenziale di crescita del settore tecnologico, che sta facendo salire gli indici azionari.

Ci aspettiamo una maggiore volatilità nelle prossime settimane. L’incertezza non è mai un bene per il sentiment di rischio e a nostro avviso il pericolo che il “reflation trade” continui a raffreddarsi è alto. In questo contesto ci aspettiamo che il dollaro e i Treasury statunitensi continuino a rafforzarsi con l’aumento della domanda di porti sicuri per i propri investimenti. Considerando quanto vicini siano i due candidati nelle urne, c’è anche un rischio crescente che il risultato sia contestato. Questo aumenterà senza dubbio la volatilità. Una vittoria marginale di una delle due parti farà sì che un’ampia fetta della popolazione statunitense si sentirà in qualche modo privata dei propri diritti, causando ulteriori problemi sociali.

Guardando al lungo termine, indipendentemente dall’eventuale vincitore, qualsiasi pacchetto di stimolo fiscale sarà probabilmente soggetto a ritardi e ostacoli, con un divario tra il momento in cui è più necessario e quello in cui la legislazione viene approvata. Inoltre, qualsiasi impatto economico reale derivante dall’aumento della spesa fiscale sarà probabilmente di breve durata e non porterà alla reflazione che molti sperano: più alto è il debito pubblico, minore è l’impatto della spesa pubblica sull’economia. Le tensioni con la Cina sembrano destinate ad acuirsi in entrambi i casi: ci si può aspettare una ripresa delle guerre commerciali con un altro mandato di Trump, mentre Biden sembra più incline ad affrontare le questioni relative ai diritti umani. Nel frattempo, si profila all’orizzonte una politica monetaria più estrema, che aggraverebbe ulteriormente le profonde questioni sociali, come le disuguaglianze di reddito e le forti divisioni politiche.