Il 2021 sarà l’anno delle obbligazioni convertibili

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Riteniamo che le obbligazioni convertibili riporteranno buone performance su una base risk adjusted e saranno in grado di generare forti rendimenti nei primi periodi di ripresa. A nostro avviso, sono 5 i fattori che supporteranno questa asset class nel 2021.

Grazie alla loro convessità, le convertibili possono essere utilizzate per rafforzare un’allocazione azionaria tradizionale. Di solito, infatti, catturano il 40-70% dei rialzi dei titoli azionari e il 20-50% dei ribassi, il che offre una buona fonte di diversificazione, soprattutto quando il contesto di mercato è più volatile.

Crediamo poi che le valutazioni degli asset finanziari considerati rischiosi siano elevate, tuttavia questa esuberanza non è insolita, considerata la normalizzazione economica che fa seguito alla forte recessione a cui abbiamo assistito nel 2020. Nel 2021 le convertibili si stanno muovendo su una traiettoria positiva, il che fornirà un contesto favorevole per gli asset rischiosi. Inoltre, è improbabile che le banche centrali si discostino dalle loro politiche accomodanti. In questo contesto, ci aspettiamo un aumento delle attività di M&A, che lascia ben presagire per l’asset class.

In terzo luogo, ci aspettiamo un aumento dell’inflazione che dovrebbe tradursi in un irrigidimento della curva dei rendimenti. Tuttavia, questo riflette la ripresa della crescita e, di conseguenza, non crediamo che sia il momento di spostarsi sul risk-off. Le obbligazioni convertibili offrono una protezione duratura in un contesto di tassi crescenti, perché hanno una correlazione negativa con i titoli di Stato. Allo stesso tempo, sono anche ben posizionati per partecipare ai rialzi del mercato azionario, perché hanno una correlazione positiva con le azioni e con le obbligazioni corporate. È per questo motivo che crediamo che nel 2021 le azioni saranno il driver principale per i rendimenti delle convertibili.

Anche le valutazioni continuano a rimanere forti, sostenute da una maggiore volatilità di mercato attesa, che riteniamo resterà fino alla metà del 2021, guidata dall’aumento dei casi di Covid-19. Le convertibili rimangono più convenienti dello 0,9% rispetto al fair value – questo è ancora al di sotto dei livelli massimi di un anno fa, quando erano scambiate con un premio dello 0,4% rispetto al fair value.

Inoltre, una significativa ondata di nuove emissioni è stata di grande supporto per l’asset class – il 2020 ha visto nuove emissioni per 138 miliardi di dollari su 269 operazioni, un record assoluto. Le nuove emissioni ci danno l’opportunità di accedere a nuovi nomi in un’ampia gamma di settori industriali per poter sostituire i nomi esistenti che sono diventati troppo “bond-like” o troppo “equity-like”. Le prospettive restano favorevoli perché ci aspettiamo che le aziende accelerino i loro sforzi di raccolta di capitali quest’anno in modo da potersi posizionare per la pandemia in corso e per pianificare la crescita futura.

In combinazione con questi fattori di supporto, siamo concentrati su sei punti chiave:

Una profonda attenzione alla sostenibilità. Inoltre, dato il livello di volatilità nei prossimi mesi, a causa di possibili problemi nei piani vaccinali e dei tassi di infezione del Covid-19, è probabile che si verifichi a un certo punto nei mesi a venire una flessione dei mercati azionari, soprattutto se si considera quanto sono tese le valutazioni in alcuni settori. Tuttavia, non siamo preoccupati per questa possibilità, in quanto offrirà diverse opportunità di acquisto. Con l’attuazione delle campagne vaccinali, questo sbloccherà aree come l’economia dei servizi, sostenuta da tassi di risparmio più elevati che sono aumentati durante la pandemia. Di conseguenza, qualsiasi correzione del mercato fornirà un buon punto di rientro per aumentare la sensibilità azionaria.

Ci aspettiamo che nel 2021 asset con duration più breve e ad alto rendimento riporteranno performance più elevate dei titoli quality e con duration lunga. Parallelamente, i tassi di insolvenza rimangono bassi per questa asset class. Ad esempio, le convertibili statunitensi hanno registrato un tasso di insolvenza del 2,2% nel 2020, tre volte inferiore al default rate del 6,5% del mercato high yield.

Va poi considerato che l’ammontare di stimoli senza precedenti delle banche centrali porteranno a un indebolimento del dollaro, che storicamente ha rappresentato un forte elemento di supporto per le aziende non americane. Di conseguenza, abbiamo incrementato la nostra esposizione all’Asia, incluso il Giappone, con una posizione di sovrappeso dell’8% e del 7% rispettivamente in Giappone e in Asia, mentre siamo sottopesati del 6% sugli Stati Uniti e del 9% sull’Europa. La selettività resta comunque fondamentale. L’impatto delle mutazioni del virus ha ritardato gli scambi pro-ciclici che erano in corso. La nostra preferenza si sposta nuovamente verso i beni rifugio fino a quando la campagna vaccinale non inizierà ad avere effetti materiali. Infine manteniamo un focus sulle small e mid cap. Poiché prevediamo ulteriori sfide e opportunità nei prossimi mesi, le obbligazioni convertibili dovrebbero rappresentare un investimento ideale per gli investitori alla ricerca di un profilo rischio-rendimento tra azioni e obbligazioni.