Alta volatilità asiatica e potenziale di crescita

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L’indice MSCI AC Asia è sceso del 4,6% in dollari (-2,4% in euro) nel corso del terzo trimestre, a causa dell’alta volatilità, soprattutto in Cina. In Giappone sono venuti a mancare due fattori che avevano probabilmente scoraggiato gli investitori stranieri: il basso tasso di vaccinazioni e l’impopolare amministrazione Suga. Sebbene per metà di quest’anno il Giappone sia stato snobbato dagli investitori, a esclusione delle scommesse a breve termine sulla curva dei rendimenti mondiali o sui prezzi delle materie prime, ora i meriti specifici delle singole aziende vengono nuovamente premiati.

A metà del trimestre l’attenzione è stata catalizzata dalla Cina, dove il governo ha esercitato una forte pressione riformista su molte parti del mercato, tra cui i doposcuola privati, la normativa sui giochi online e la protezione online dei dati dei consumatori e il comportamento monopolistico delle “big tech”. Molti di questi settori erano stati segnalati come aree di interesse, ma la portata di alcune delle riforme ha colto il mercato di sorpresa, nonostante le misure siano relativamente allineate con le discussioni che si stanno svolgendo in tutto il mondo sulla protezione dei consumatori dal potere delle società tecnologiche incentrate sui dati. La riforma non si è fermata lì: da qualche anno il governo sta lavorando per ridurre il debito sul mercato. Quest’anno l’attenzione si è concentrata sulle società immobiliari eccessivamente indebitate, in particolare sullo sviluppatore immobiliare Evergrande, finito sulle prime pagine di tutti i giornali quando ha cercato di ristrutturare e rinegoziare il suo debito. La soluzione attualmente più probabile è uno scorporo ordinato delle attività, con il salvataggio di alcuni creditori scelti. Infine, alla chiusura del terzo trimestre si sono sentiti gli impatti delle riforme energetiche e ambientali in corso. Alcune province cinesi hanno ampiamente ignorato gli obiettivi governativi di riduzione energetica, ma non Pechino. Il brusco richiamo degli obiettivi energetici provinciali ha portato a blackout a rotazione, mentre i governi locali si affannavano ad adempiere agli obblighi. È chiaro che la portata del cambiamento avrà un certo impatto sulla crescita economica, ma, in generale, ci sorprenderebbe che il governo (nel centenario del Partito comunista cinese) permettesse alla riforma autoimposta di portare l’economia alla recessione.

Ecco alcuni esempi di aziende con un forte potenziale di crescita:

La strategia di Daikin negli Stati Uniti è quella di diventare il top player sfruttando la propria tecnologia ad inverter, che è integrata nell’unità esterna del climatizzatore a pompa di calore, e consolidando i concessionari della manutenzione. Questa strategia sembra essere in linea con il proseguimento della leadership pluridecennale dell’azienda in quest’area indispensabile dell’infrastruttura sociale.

Daifuku è un esempio di come la domanda di logistica di magazzino in Giappone e negli Stati Uniti sembri essere più forte del previsto, in parte grazie alla posizione unica dell’azienda, in grado di offrire un portafoglio universale di automazione della logistica, affermandosi a scapito dei piccoli operatori specializzati in un solo campo.

Kosé ci ha illustrato il suo potenziale nei cosmetici di lusso, sia in Giappone sia nell’isola di Hainan, in Cina, e continuiamo a prevedere un rapido rimbalzo per questa società con il ritorno alla normalità del settore retail.

Hikari Tsushin ha dichiarato di aver compreso il desiderio espresso dagli investitori di ricalibrare il ruolo della società utilizzando un linguaggio incentrato maggiormente sull’impatto ambientale e sociale, arrivando a riformulare il testo in lingua inglese sull’informativa riguardante la politica in materia di emissioni di carbonio e sulle conseguenze sociali.

Nel secondo trimestre 2021 l’indiana HDFC ha riportato dati soliti anche se prevedibili. L’azienda ha visto l’EBITDA aumentare del 23% su base annua, mentre il suo margine netto di profitto ha raggiunto il 2,8%. L’assenza di sorprese negative e la ripresa costante post-Covid sono state sufficienti a sostenere il titolo durante il trimestre. L’India ha infatti beneficiato del sentiment positivo, almeno in parte in reazione alla sfiducia nei confronti della Cina. Cognizant, un’azienda indiana di servizi IT quotata al Nasdaq, ha registrato una delle performance migliori del trimestre.

Le società cinesi di Internet e di gestione di piattaforme sono state nettamente penalizzate dalla normativa. Nei casi di Tencent e NetEase, crediamo fortemente che i vantaggi competitivi di queste imprese rimangano solidi mentre i movimenti di prezzo sono stati sproporzionati.

Le opportunità per il Giappone risiedono nelle sue aziende leader a livello mondiale, che catturano la crescita asiatica, la normalizzazione dell’economia mondiale, così come i cambiamenti del Giappone stesso. Non appena gli investitori smettono di guardare al mercato giapponese come a un riflesso dell’economia o della politica del Giappone, queste opportunità in grandi aziende specifiche si manifestano. Per gran parte di quest’anno, il basso tasso di vaccinazione del Giappone e l’impopolarità del governo hanno scoraggiato dall’intraprendere quella caccia al tesoro soprattutto gli investitori stranieri, e i titoli che sono aumentati l’anno scorso sono stati venduti in modo sproporzionato quest’anno. Le cose sono cambiate recentemente, quando il tasso di vaccinati del Giappone ha recuperato nettamente terreno raggiungendo quello delle economie sviluppate, e la leadership del paese sembra destinata a un cambiamento emozionante. L’investimento azionario attivo in Giappone è diventato di nuovo, nel corso del terzo trimestre, uno dei veicoli azionari con il più alto rendimento a livello mondiale, come negli ultimi sette anni circa. L’investitore giapponese, che ritorna progressivamente a investire in patria, con una nuova attenzione alla governance, all’impegno e alla disciplina del capitale, sta sostenendo il passaggio verso una gestione attiva del portafoglio.

La Cina continua ad avere un impatto importante sulle prospettive della regione. L’aspetto frustrante riguardo alla Cina è che le normative cambiano con poco preavviso. Ne veniamo a conoscenza tramite la stampa, ma l’iter normativo non è così lungo come nei paesi democratici. Questo è il lato oscuro della capacità del governo cinese per realizzare rapidamente il cambiamento in una grande economia, il che chiaramente rende le cose difficili per gli investitori internazionali. Detto questo, un gran numero di queste normative sono razionali: la riduzione energetica in un mondo che si riscalda è necessaria, la protezione dall’uso dei dati da parte delle big tech è ragionevole. Il grosso dei titoli interessanti in Cina è costituito da società di crescita altamente prevedibili, costanti e stabili.