Caro bollette. +30% di gas nazionale in pochi giorni grazie a tecnologia italiana

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Esiste, è italiana e l’installazione incide solo per i 5% sul costo di un impianto di perforazione onshore, mentre su un impianto offshore ha un impatto economicamente trascurabile. Si può applicare a qualunque tipo di struttura esistente ed è in grado di aumentare all’istante la produzione media di gas del 30%.

Si chiama HoD ed è il sistema di sicurezza brevettato e prodotto da Drillmec, società piacentina di rilevanza mondiale per i sistemi di estrazione nel settore Oil&Gas.
La sua forza sta nel fatto che consente la continuità operativa del pozzo aumentando del 30% la produzione per unità di tempo. Non solo. Proprio perché elimina la discontinuità, elimina anche il rischio di incidenti (i famigerati blow out) che mettono a rischio la vita di persone e ambiente naturale. La stima dell’aumento di sicurezza di un pozzo con HoD è del + 98%.

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«Drillmec è fortemente impegnata nel trovare soluzioni per energie pulite, investendo sempre di più ogni anno in R&D in questa direzione – spiega Simone Trevisani, amministratore delegato -. Nelle more e provvisoriamente, però, non possiamo rischiare una vera e propria crisi energetica che arresterebbe anche questo processo di avanzamento tecnologico collettivo verso la transizione verde. HoD può essere una una soluzione per gestire questo momento così difficile, perché consente di arginare il costo dell’energia perché permette di aumentare la produzione degli impianti esistenti in totale sicurezza».

L’Italia è al quinto posto per quantità di gas naturale estratto ogni anno in Europa, alle spalle dei Paesi che si affacciano sul Mare del Nord (Norvegia, Gran Bretagna e Danimarca) e dopo la Romania. Si tratta di 3,5 miliardi di metri cubi nel 2021, una produzione che copre appena il 4% del fabbisogno nazionale, il resto viene importato da Russia e Algeria, dal Mare del Nord, Azerbaijan, Qatar e Libia.

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La produzione nazionale potrebbe aumentare fino a coprire il 14-15% del fabbisogno, ma perforare nuovi pozzi richiederebbe almeno 24 mesi di attesa.
Per questo è necessario sfruttare al massimo le strutture già esistenti, mantenendo la sicurezza. Questo è possibile oggi senza investimenti ingenti, grazie alla tecnologia HoD.

Il sistema è già stato adottato su impianti destinati a perforare pozzi esplorativi molto complessi in Albania (onshore) e sul Mar Nero (offshore) con risultati significativi che attestano il vantaggio dell’uso di questa tecnologia anche dal punto di vista dell’aumento della produzione. Più di recente, HoD è stato installato su un avanzatissimo impianto di perforazione in  Norvegia, nel mare del Nord, e sarà destinato ad una campagna di perforazione di ulteriori circa 30 pozzi.

Come funziona HoD 

La tecnologia HoD annulla i gravi rischi connessi alla perforazione petrolifera ed è utilizzabile con qualsiasi tipo di impianto di perforazione. HoD interviene durante l’attività di perforazione e riduce al minimo il rischio di ingresso di fluido di strato nel pozzo (in gergo tecnico chiamato kick) che, se non rilevato in maniera tempestiva e gestito correttamente, può sfociare in un’erogazione incontrollata del fluido stesso. Quest’ultimo evento, chiamato blow out, rappresenta il più temibile degli incidenti, che può portare a conseguenze gravissime in termini di perdite di vite umane, ambientali ed economiche. Per questo Drillmec, da sempre molto attenta alla sicurezza degli impianti,  si sta battendo a livello internazionale perché HoD e sistemi simili vengano resi obbligatori come standard internazionali di perforazione. Nell’interesse dell’ambiente, delle persone e dei lavoratori.